OBE – Osservatorio Branded Entertainment, in partnership con PHD – agenzia media di Omnicom Media Group, ha lanciato un ciclo di webinar per raccogliere testimonianze su come è cambiata la narrazione di marca ai tempi del Covid-19. Ecco tutti i link ai video.
Come i Brand possono oggi ricercare autenticità, efficacia e connessione con le proprie audience? Meno fronzoli, più sostanza. Meno banalità e più quotidianità. E la rivincita dello story-doing, del “fare”, sulla narrazione fine a se stessa.
Le interviste, condotte dal giornalista de IlSole24Ore Giampaolo Colletti, sono state trasmesse sulle properties social di OBE e di PHD.
La narrazione del brand oggi passa anche per la voce. Negli anni dell’attenzione frazionata si moltiplicano le campagne dei brand basate sui podcast, perché è la voce che anima oggi gli smartphone dei consumatori. Così quasi 7 fruitori su 10 memorizzano meglio prodotti e offerte. E sempre la voce è la protagonista degli spot eroici ed emozionali.
Dallo smartphone al tablet; i consumi TV che sono triplicati nel tempo del lungo lockdown e ora della lenta ripartenza. Per gli analisti è il tempo del New Normal: nuove quotidianità ricostruite, alternative virtuali ripensate per una normalità che non tornerà più come l’abbiamo conosciuta. Così ha scritto il MIT Technology Review. Così le marche reinventano linguaggi, gli influencer si trasformano in attivisti, i consumatori diventano ancora più connessi.
Metterci la faccia, oggi più che in passato. Ma stare attenti a non perdere la faccia, in un tempo molto più rapido rispetto alle conversazioni di un tempo. Il personal branding diventa anche Leader-Activism e sfocia nei nuovi nano-influencer, ossia i dipendenti di un’azienda che si trasformano in veri e propri testimonial. Così le marche mettono sul fronte social le loro guide.
Con lo tsunami della pandemia, un’intera filiera legata agli eventi si è dovuta necessariamente reinventare in fretta, trasferendosi su un nuovo spazio phygital con sistemi tecnologicamente avanzati e piattaforme immersive che integrano online e offline. La chiave resta coinvolgere un consumatore più connesso, più impegnato, più distratto in un engagement multicanale continuo. Un paradosso, si potrebbe pensare. Perché negli ultimi anni – nonostante la moltiplicazione degli schermi – si sono continuati a ricercare formati live, quasi come per colmare un bisogno di empatia, vicinanza, autenticità. E quindi, ora, che fare in questa nuova era del “brand online”?
La soglia di attenzione si riduce e le piattaforme si moltiplicano. Così la battaglia per l’engagement si gioca in pochi secondi sugli stream social. Ma attenzione: per vincere la sfida è necessario che la tribù partecipi attivamente. Un’azione quasi ipnotica sulle vite connesse che si esplicita nelle app da scaricare, nei giochi interattivi ai quali prendere parte, nelle Stories da condividere. Il coinvolgimento, necessariamente sulle piattaforme digitali nel tempo del distanziamento sociale, diventa un requisito fondamentale per i brand. La moneta di scambio è l’attenzione, che si misura in clic nel processo d’acquisto.