Once upon a time: storie che raccontano il reale
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Once upon a time: storie che raccontano il reale
21/12/2012

Cristina Fona, Network di Brandforum.it
Quale potere straordinario hanno le storie su di noi, soprattutto quelle pubblicitarie? Alcune riflessioni a partire dalla recente campagna Enel, tra on e off line

Richard: È’ quella la strada?

Pagemaster: Oh, è l'unica strada. Narrativa dalla A alla Z, dove tutto è possibile; dove l'immaginazione di un bambino può mettere radici e crescere fino all'inverosimile; dove il coraggio di un bambino è come il vento che lo spinge a nuove scoperte; e dove il tuo viaggio ha inizio

(dal film “The Pagemaster”)

 

Finché l’uomo vivrà, avrà sempre sete di storie. E’ una affermazione che si realizza ogni singolo secondo della nostra vita in qualche parte del mondo.

Mentre leggete questo articolo, un bambino seduto sul divano di un appartamento di Manhattan sta ascoltando una fiaba di “Le mille e una notte”, probabilmente una coppia di fidanzati a Parigi sta guardando l’ultimo film di Woody Allen, un vecchio uomo di mare, nei pressi del porto di Yokohama, racconta al nipote le sue disavventure e una ragazza siciliana guarda alla tv il nuovo spot di Sky con Robin Williams. Tempi diversi, attimi, scene di vita: brevi frammenti di storie che popolano le società in ogni tempo e in ogni dove.


Forse ora vorrete saperne di più di questo bambino di Manhattan. Chi è? Cosa fa? Ma, non siamo qui per questo. Siamo qui invece per capire cosa accomuna queste cinque figure e quale potere straordinario hanno le storie su di noi. E, perché no, imparare come creare una storia efficace che può riguardare noi, un brand o un’azienda, partendo da un’esperienza molto particolare.

 


Quando in noi nasce una storia: fra storytelling e storylistening


Quando dobbiamo riportare un fatto, una situazione, un evento, possiamo utilizzare metodi diversi. E’ possibile utilizzare una formula ad elenco oppure utilizzare il format della narrazione. Cosa ci dice la scienza a tal proposito? Quando utilizziamo una presentazione power point con un elenco di elementi/fatti, si attivano delle aree della nostra mente che si chiamano Broca e Wernicke, aree che si occupano della codifica/decodifica del linguaggio. Quando, invece, si ricorre ad una storia, non vengono attivate soltanto queste due parti, ma tutte le aree che attengono all’esperienza di eventi contenuti nella storia. Metafore, similitudini, ma anche semplici descrizioni per esempio dei sapori e profumi di una cucina, possono mettere in moto aree relative alle sfere sensoriali o motorie. In sostanza una storia può mettere in moto tutto il nostro cervello. Raccontare una storia che ci ha toccato profondamente, può addirittura portare l’altra persona a sperimentare concretamente la nostra paura, le nostre sensazioni e farlo entrare in empatia con noi.

 


Motore, ciack, azione: le relazioni causa-effetto


Come può accadere che una storia ci tenga con il fiato sospeso, ci catturi… non è ancora chiaro. Andiamo quindi più nel dettaglio. Se scomponiamo una storia in singole parti, essa è costituita da frammenti e continue connessioni di causa-effetto. Queste connessioni rappresentano esattamente il mondo in cui noi pensiamo ed hanno un impatto enorme sul nostro modo di apprendere. In sostanza, per qualsiasi azione o conversazione il nostro cervello crea una cornice di senso o frame work (Jerome Bruner) che ci consente di dare una spiegazione del reale, riportando tale situazione x ad una delle nostre passate esperienze o cornici interpretative.

Attiviamo in questo modo una parte del nostro cervello chiamata insula che ci consente di ricollegarci a determinate sensazioni, emozioni, ricordi e il cui funzionamento può essere sintetizzato nello schema allegato nella Gallery fotografica.

 
E’ per questo motivo che le storie hanno un impatto così forte su di noi e ci permettono di attivare aree che oltrepassano la semplice attività cognitiva e che raggiungono i confini del sensibile. Ora vi sarà più semplice comprendere anche l’esempio che vedremo fra poco e che sono sicura avrà commosso e fatto riflettere molti di voi, ovvero Enel: una storia lunga 50 anni e milioni di attimi insieme (http://www.youtube.com/watch?feature=player_embedded&v=bpW7p3a_IB4)


Enel è un’azienda cardine del nostro Paese, profondamente radicata nel territorio e legata alla storia italiana. Per festeggiare i suoi 50 anni è stata creata una campagna integrata multimediale dal titolo “Milioni di attimi” e una serie di iniziative di comunicazione interessanti che attraversano il web per arrivare nelle piazze di tutta Italia.

Una mamma, un papà e un ragazzo sono i protagonisti dei 3 spot corporate di Enel: tre frammenti di vita diversi che rappresentano passato, presente e futuro, e cercano di raccontare una storia più grande, quella di un’azienda che ha accompagnato il Paese nello sviluppo. Si è già parlato in precedenza degli spot di Enel nell’articolo di Rebecca Rabozzi, in relazione alle nuove frontiere dell’ advertainment, quindi non mi dilungherò sull’argomento, ma è interessante notare il legame forte fra emotional adv e storytelling: le storie creano una maggior empatia con il pubblico e soprattutto generano ricordo.

 

Quanti di voi hanno in testa la colonna sonora di questi spot? E quanti ricordano almeno un frammento, se non l’intera storia di uno di essi? Questo è solo un esempio dello straordinario potere delle storie. Il filo del racconto non si interrompe, ma prosegue con il tour Enel 5.0: un villaggio tecnologico itinerante che racconta la storia dell’elettricità fra passato e futuro (.v http://www.enel.it/it-IT/eventi_news/iniziative/enel50/).Un’iniziativa che passa dal web, al reale, alle piattaforme sociali con la Social Timeline e Social Babele senza dimenticare i social network, a partire da Enelsharing. In questo percorso narrativo si trovano anche altri strumenti come Enel.tv, 50 anni di vita dell’azienda in una serie di video accuratamente selezionati, l’installazione “Big Bambù” degli artisti americani Mike e Doug Starn, il sito 50.enel.com … tutti frammenti che completano il quadro di una narrazione globale, volta a celebrare un rito sociale, 50 di storia di un Paese attraverso gli occhi di un attore protagonista, l’azienda Enel.


Storytelling è anche questo: la capacità di mescolare arte, racconto, storia e cultura in un’unica piattaforma di sapere a disposizione di una comunità molteplice e variegata. E pensate, tutto questo parte da un piccolo punto della nostra mente, un sistema di “connessioni sinaptiche” e un universo di pensiero. Insomma, tante cose sono state dette sullo storytelling e ancora molte devono essere dette. E’ forse è proprio questo il vero potere delle storie: la loro inesauribile capacità di sorprenderci.

 

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Cristina Fona 24 anni, laurea specialistica in lingue e comunicazione massmediale presso la Cattolica di Milano. Appassionata di giornalismo e comunicazione d’impresa, dopo l’erasmus a Parigi e una breve esperienza di stage all’estero come addetto stampa, ha frequentato il master di Media Relations dell’Università Cattolica. Attualmente si trova in stage presso Edelman Italia, agenzia di comunicazione e relazioni pubbliche e ha da poco aperto un blog che tratta di comunicazione a 360° e corporate storytelling, un’altra delle sue passioni: http://www.wordofmouth-communication.blogspot.it/

 

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