Croce o delizia. L’uso dei testimonial in pubblicità
Croce o delizia. L’uso dei testimonial in pubblicità
Viviana Musumeci
2004, Ediforum

n questo testo Viviana Musumeci, giornalista pubblicista, ha indagato il fenomeno del testimonial attraverso diversi sguardi.
L’Autrice, infatti, ha scelto di intervistare non solo alcuni noti pubblicitari (tra cui Milka Pogliani, Marco Mignani, Silvio Saffirio), ovvero coloro che quotidianamente decidono se utilizzare o meno per le proprie campagne i testimonial, per scoprire pregi e difetti di queste strategie, ma anche alcuni dei personaggi che hanno animato il mondo della pubblicità  con la propria presenza, tra cui Fiorello, Claudio Bisio e Gerry Scotti, ma anche Max Biaggi e Giovanni Rana.

Ecco cosa le ha, in particolare, raccontato Claudio Bisio circa la sua esperienza di testimonial per Mayò, per Eni e per Pagine Gialle. ‘Claudio Bisio, attore, comico televisivo, autore teatrale, noto al pubblico per i numerosi personaggi comici, un po’ surreali, a volte cinici, o stralunati, che hanno animato molti programmi (i più ricordati sicuramente Mai dire gol e Zelig) ha girato pochi spot nella sua vita professionale. In particolare tre: per la maionese Mayò, per Eni ed infine per Pagine Gialle. Tre spot, dunque, che però hanno lasciato il segno poiché l’attore, quando è stato scelto come testimonial di un prodotto o di una marca, sul set e nelle storie che è stato chiamato ad interpretare, ha portato con sé la sua irresistibile comicità . E proprio Claudio Bisio ricorda il suo esordio nel mondo della comunicazione pubblicitaria con lo spot della maionese allo yogurt: ‘C’è un aneddoto legato alla realizzazione del commercial ‘Mayò’. In realtà  il protagonista dello spot avrebbe dovuto essere un altro attore che, però, all’ultimo momento ha dato forfait; quindi sono stato recuperato letteralmente in extremis. Elio Bronzino, all’epoca copy presso Ammirati Puris Lintas, mi ha sottoposto due soggetti diversi che dovevo leggere in pochissimo tempo. A dire il vero i soggetti non mi sembravano particolarmente divertenti; si trattava di due parodie, una di Indiana Jones e l’altra di 007. Lo stesso copy era d’accordo con me, per cui nel giro di una notte abbiamo completamente rivoluzionato tutta la storia. Abbiamo parlato a lungo del mestiere d’attore adattato alla pubblicità . Abbiamo ricordato Carosello, che da piccolo mi piaceva molto proprio perché vi recitavano attori di spessore. Durante la chiacchierata gli ho indicato dei commercial che mi avevano particolarmente colpito, ad esempio uno spot famosissimo negli Stati Uniti che aveva per protagonista Chevy Chase e che trovavo brillante. La pubblicità  a mio avviso deve essere strana e surreale, perlomeno questa è la mia concezione, quindi quella sera ho invitato a cena un mio caro amico, abbiamo fatto un brain storming in seguito al quale ci sono venute in mente cinque o sei idee. In quel periodo era uscito il film ‘Babe’, che ci era piaciuto molto, per cui abbiamo pensato che potesse essere carino farmi parlare, in un dialogo surreale, con un maiale. Tra l’altro l’uso di questo tipo d’animale è risultato particolarmente provocatorio: proponevamo una maionese magra a base di yogurt a fianco di un porcellino. A pensarci bene, se c’è un animale che si associa immediatamente a qualcosa di grasso è proprio il maiale! Abbiamo lavorato così intensamente per questo progetto che alla fine sono comparso nei credits come copy; non solo, la cosa che mi ha sbalordito di più è che ho vinto persino dei premi, sia come miglior attore al Mezzo minuto d’oro e al Key Awards (i primi premi della mia vita d’attore, tra l’altro), sia come creativo al Festival di Cannes. Va, inoltre ricordato che il regista di quello spot era Daniele Lucchetti’.
La seconda campagna che ha avuto per protagonista Claudio Bisio, quella ideata dalla JWThompson e realizzata dal regista Pietro Follini per la privatizzazione dell’Eni, è stata pianificata solo per venti giorni. Introdotta da un lancio teaser, a cui sono seguiti più spot, la campagna era caratterizzata dal fatto che ogni soggetto rappresentasse una sorta di cortometraggio. E’ sempre Bisio a ricordare il ‘the making of’: ‘Il protagonista di quegli spot era ‘il privatizzatore rampante’: arrivava davanti alla banca per acquistare le azioni dell’Eni, ma alla fine, per una ragione o per un’altra, non ce la faceva mai. Era un po’ ‘sfigato’. Anche in questo caso ho partecipato alla creatività  coadiuvando il lavoro del regista, Pietro Follini e facendomi aiutare da un autore che stimo tantissimo: Walter Fontana’.
Infine, lo spot più recente, che forse si ricorda maggiormente è quello legato al personaggio del ‘Walter’, ideato in maniera speculare, ad immagine e somiglianza di un altro personaggio storico di Bisio, lanciato a ‘Mai dire goal’: il Micio. L’agenzia che ha seguito la creatività  è la Bgs di Torino. ‘Il Walter è una sorta di figlio del Micio. Anche se, a essere sinceri, ho cercato di differenziarlo perché non mi piace utilizzare i miei personaggi negli spot. In questa campagna ho incontrato un compagno di lavoro con cui c’è uno scambio in piena sintonia: parlo di Aurelio Tortelli che è il direttore clienti dell’agenzia creativa. E’ sconvolgente, ma lui potrebbe scrivere veramente dei libri umoristici. Il nostro feeling è tale che leggiamo le stesse cose o vediamo gli stessi film. Addirittura quando illustra le storie alla base degli spot che vedono per protagonista ‘il Walter’, m’imita alla perfezione. In questo spot, tra l’altro ho avuto modo di lavorare con Gabriele Muccino, e abbiamo collaborato veramente bene tutti e tre poiché siamo stati uniti da una sorta di sintonia sotterranea.’
Claudio Bisio è ormai riconoscibilissimo e molto visibile, nonostante egli abbia dichiarato che teme l’eccessiva esposizione mediatica; tuttavia qualche anno fa, proprio quando lo spot ‘dell’892424’ era agli esordi, gli è capitata una vicenda che non sempre è gradita agli artisti che, comunque, vivono anche della propria immagine: ‘Una sera, tornavo da uno spettacolo e mi sono fermato a un autogrill. Ad un certo punto il barista mi ha visto, mi ha riconosciuto, ha chiamato la moglie e le ha detto: – Guarda, guarda chi è. Eh, ma sì dai, come si chiama? Ma sì è lui: l’892424-. Francamente, quella volta, non mi ha fatto molto piacere essere riconosciuto come un numero!’
E quando gli si chiede se c’è un attore con cui gli piacerebbe realizzare uno spot, non ha esitazioni e risponde: ‘Indubbiamente con i comici di Zelig e con Sergio Castellitto’.

Si ringrazia Ediforum per aver gentilmente concesso la pubblicazione di questa intervista.

 

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