Csr e social media: affinità elettive
Brand life
Csr e social media: affinità elettive
06/04/2016

Andrea Di Turi, giornalista e blogger, Guest di Brandforum.it
I social media come canale di comunicazione “privilegiato” per veicolare iniziative di CSR… e non solo.

Ci sono aziende che ancora oggi si chiedono se sia conveniente impegnarsi sul fronte della responsabilità sociale d’impresa, o Csr. Ci sono aziende che ancora oggi si chiedono, forse prima ancora che conveniente, se sia prudente impegnarsi sui social media.

 

Per chi ha qualche anno – ma non troppi – sulle spalle, si tratta di domande che somigliano molto alla domanda di fondo che la quasi totalità delle aziende si poneva all’avvento del web: a cosa mi serve un sito web? A quella domanda ha dato una risposta chiara il tempo, che ha finito per convincere anche i più scettici.

 

Tanto che oggi se un’azienda non è sul web, in sostanza è come se non esistesse. Per la Csr e i social media probabilmente accadrà la stessa cosa.

 

Organizzato in due moduli didattici, quattro giornate di corso – due a metà giugno e due a metà luglio – e un project work, il corso proposto da Altis-Alta Scuola Impresa e Società dell’Università Cattolica del Sacro Cuore e intitolato “CSR 2.0 – Strategie digitali per comunicare la Corporate Social Responsibility” si propone di mostrare l’affinità elettiva che esiste tra Csr e social media. O, meglio, di mostrare perché i social media rappresentino il canale di comunicazione privilegiato, anche se ovviamente non l’unico, attraverso il quale le aziende possono veicolare strategie, politiche, iniziative di Csr.

 

 

Ancora di più, l’intenzione è quella di mostrare come queste piattaforme, ancora tutte al massimo “adolescenti” (esistono da non più di dieci-quindici anni) ma capaci com’è noto di un’espansione rapidissima e pervasiva a livello globale, offrano grandi potenzialità in larga misura oggi ancora non sfruttate per rafforzare la credibilità dell’impegno di Csr di un’azienda. In altra parole la sua reputazione, che ha ormai nella componente digitale un fattore determinante.

 

 

 

Il corso si rivolge in primo luogo a Csr manager e professionisti della comunicazione d’impresa. Più in generale, a tutti coloro che hanno la curiosità di indagare, per poi sperimentarle nel proprio lavoro quotidiano, le sinergie esistenti tra serio, costante, efficace impegno sulla Csr e serio, costante, efficace utilizzo dei social media a supporto della Csr.

 

 

(ph. Altis – Alta Scuola Impresa e Società dell'Università Cattolica)

 

 

Il corso non sarà sbilanciato sul versante della Csr, nel senso che non andrà ad approfondire le technicalities della materia. Neppure sarà sbilanciato sulle technicalities sul fronte social media, dove il rapidissimo sviluppo di strumenti e funzionalità è senza dubbio ancora più veloce. Cercherà il giusto equilibrio, partendo ovviamente dalla constatazione che le competenze in termini di Csr sono generalmente più sviluppate e sedimentate, nel mondo delle aziende italiane e in particolare in chi riveste ruoli decisionali, rispetto a quelle relative all’utilizzo e prima ancora alla conoscenza dei social media.

 

 

Il corso si focalizzerà sui principali social media: innanzitutto Twitter, information network #pereccellenza, poi Facebook, Linkedin, Youtube. Si parlerà di corporate blog in collegamento ai siti web istituzionali, di bilanci sostenibilità in chiave digitale. Si discuterà del tema delle policy aziendali sui social media.

 

 

Si analizzeranno situazioni, modalità e tecniche di utilizzo, strategie, con l’aggiunta di qualche tips & tricks, per mettere in evidenza la decisiva importanza di un presidio dei social media per qualsiasi azienda che si dichiari e soprattutto voglia essere percepita, all’interno e all’esterno, come seriamente impegnata a far leva sulla Csr per dare un orizzonte di sostenibilità di lungo periodo alla propria presenza sul mercato. Ci saranno significative testimonianze di professionisti e aziende che si sono già incamminati con risultati positivi su un percorso strategico di integrazione tra Csr e social media. I partecipanti verranno stimolati attraverso esercitazioni su casi reali e, soprattutto, nella realizzazione di un project work sfidante. Ovviamente ad alto tasso di social-izzazione.

 

 

Nel combinare due tematiche e due mondi così lontani fra loro per origine, ma, come si è detto, così vicini e convergenti per le loro caratteristiche, il corso ha l’ambizione di rappresentare una proposta innovativa. Ma, soprattutto, lungimirante: quando, infatti, entrerà massicciamente in azienda, quindi anche rivestendo ruoli di responsabilità, la generazione di coloro che da anni si è preso a identificare come “nativi digitali”, fortemente e spontaneamente “skillati” – per dirla in gergo aziendale – su tutto ciò che è social, cioè persone che non hanno mai conosciuto un mondo senza il web, un mondo non interconnesso, un mondo dove non hanno la possibilità (il diritto?) di postare-twittare-condividere sostanzialmente qualsiasi cosa in ogni istante e ovunque si trovino, allora i social media non saranno più un’opzione discrezionale.

 

Saranno semplicemente la norma, il modo, il mezzo e il luogo in cui avverrà la comunicazione mainstream dentro e fuori dalle aziende. Allora non ci saranno molte alternative: bisognerà farsi trovare pronti.

 

 

Andrea Di Turi, giornalista e blogger, moderatore e membro della Giuria Tecnica di Slow Brand Festival contatti: @andytuit

 

A cura di

Ti potrebbe interessare anche...

Recensione del libro del sociologo Luca Ricolfi, La società signorile di massa, Milano, La nave di Teseo editore, 2019

Mirko Olivieri, Junior Editor di Brandforum.it

Quali dinamiche comunicative scendono in campo quando si tratta di coinvolgere la Generazione Z? Intervista a Francesco Marinelli, Editor in Chief di Scuola Zoo