Le nuove frontiere del giornalismo partecipativo
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Le nuove frontiere del giornalismo partecipativo
08/11/2012

Daniela Compassi, Redattore Senior Brandforum.it
Come avviene spesso per la co-costruzione del brand anche il giornalismo ha visto negli ultimi anni crescere l’interazione con gli utenti. Andiamo a scoprire come Style.it ha fatto del blog lo stumento di partecipazione attiva delle lettrici alla vita della testata.

Figlia della rivoluzione mediatica della rete e del proliferare di nuove “iniziative Social” è nata, prima negli Stati Uniti e da qualche anno anche nel nostro Paese, una nuova forma di giornalismo partecipativo o citizen journalism che trasforma l’utente da semplice spettatore e fruitore di notizie ad attivista dell’informazione, da lettore a scrittore, relatore e divulgatore egli stesso di notizie.


Questa nuova forma di fare giornalismo democratico dove il consumatore passivo diventa protagonista del processo informativo ha come obiettivo quello di rendere la notizia “vera” libera e, agli occhi dei lettori, più affidabile perché trattata da un individuo esterno e presumibilmente non influenzato da logiche editoriali interne ad una testata giornalistica.


Come avviene già da tempo anche per il brand, dove l’azienda attraverso i Social Network chiede al consumatore di partecipare alla costruzione dell’identità del prodotto, spingendo l’utente ad esprimere opinioni e creando gruppi di discussione intorno alla marca così anche il giornalismo chiede la partecipazione attiva del lettore.


Chiunque in questo senso può condivide una notizia e diventare un reporter, occupandosi in prima persona della raccolta, della stesura, dell’analisi e della diffusione della notizia. Chiunque può esprimere la propria opinione e intavolare conversazioni sotto gli occhi di tutti.


Il citizen journalism è condivisione del pensiero libero, è opinione, è simultaneità resa possibile dall’avvento delle nuove tecnologie. Senza il web nulla di tutto ciò sarebbe possibile; dai più noti Social Network che permettono la condivisione in tempo reale di pensieri e fotografie fino ai blog passando per i newsgroup, i forum, le chat e le community online.


Una particolare forma di giornalismo partecipativo è stata messa in atto anche da Style.it il sito femminile edito da Condè Nast che, mettendo a disposizione una pagina personale all’interno del portale, permette alle lettrici di diventare style blogger sentendosi a loro modo parte di una realtà editoriale tra le più riconosciute nel settore moda, lifestyle in Italia.
 

Il blog è gestito in totale autonomia e non ha vincoli su temi e tempi di pubblicazione. Ogni blogger è libera di scegliere gli argomenti da trattare; c’è infatti chi parla di beauty chi di moda e chi di cucina. C’è ci racconta la vita di madre lavoratrice e chi invece come me scegli di trattare l’attualità e di raccontare della propria vita, dei propri pensieri e utilizzare questo spazio come un diario virtuale.


Per rendere questa nuova forma di “giornalismo” ancora più partecipativo, spesso la redazione di Style.it invita alcune blogger a recensire, sempre attraverso il proprio blog, un prodotto di bellezza. In altri casi invece viene proposto alle styler di prendere parte attivamente a delle iniziative come è successo a me quando mi è stato chiesto di partecipare con una piccola comparsata del tutto concordata e debitamente studiata al musical La febbre del sabato sera in scena al Teatro Nazionale di Milano e successivamente di raccontare questa esperienza attraverso il mio blog.


Ne è nato un bell’articolo da parte mia e un servizio video e foto di questa straordinaria esperienza da parte loro che è tutt’ora online su Style.it all’indirizzo: http://www.style.it/star/spettacoli/2012/10/30/star-de-la-febbre-del-sabato-sera-per-una-notte.aspx


Per molti giovani il fenomeno del giornalismo partecipativo in tutte le sue innumerevoli forme è considerato quasi un gioco, un blog è solo un modo diverso di condividere pensieri e opinioni in rete senza un preciso scopo editoriale. Per altri come me è vissuto invece come una seria opportunità di emergere dall’anonimato ed entrare in un mondo che fino a poco tempo fa sembrava riservato solo a pochi eletti.


Ma al di là del contributo dello scrivere articoli, del condividere esperienze o discutere opinioni il vero potere del giornalismo partecipativo è quello di essere uno strumento egualitario e democratico e sono i numeri a decretarne il successo; è dimostrato che il pubblico guarda a questa nuova forma di giornalismo non convenzionale con sempre maggiore fiducia.

 

A cura di

Daniela Compassi

Redattore Senior
Responsabile Ufficio Stampa

Giornalista pubblicista, PR e blogger, collabora con Brandforum.it da gennaio 2012

Nutre da sempre un forte interesse per il mondo comunicazione e della pubblicità tanto da farne una professione a 360°

Dopo la laurea specialistica in Sociologia conseguita nell’aprile 2010 presso l’Università Cattolica di Milano con un elaborato sulla comunicazione di impresa incentrato sugli ‘spazi parlanti’, entra come redattore in Pubblicità Italia e vi rimane fino alla fine nel 2011. Durante gli anni dell’Università lavora in diversi uffici stampa milanesi maturando un'esperienza tale che le permetterà nel 2012 di avviare un'agenzia di pubbliche relazioni che porta il suo nome.

Da 2011 è cultore della materia presso la cattedra di Storia e linguaggi della pubblicità, Università Cattolica di Milano.

Ha due grandi passioni: la scrittura e la cucina, che coltiva dal 2014 attraverso il blog www.lovelifelunch.it

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