Passeggiando per Oxford Street, una delle più affollate vie dello shopping londinese mi è venuta voglia di un caffè. Alzo lo sguardo, e proprio sopra di me vedo l’insegna Starbucks. Poi girandomi verso la vetrina di abbigliamento branded NewLook, vedo un’altra, più grande, insegna Starbucks.

Fino a quando, poco dopo, non ho visto uscire dei ragazzi dal negozio con un caffè in mano, la cosa non mi era del tutto chiara. In realtà, la celebre catena americana di caffetteria ha qualche hanno fa, per scelta o necessità, deciso di sistemare un proprio shop al secondo piano del flagstore NewLook, aperto nel 2010. Un particolare caso di co-location quindi.

La partnership tra i due brand produce ovvie sinergie positive. Il brand Starbucks attira molti clienti dato il continuo flusso di persone nella zona, i quali costretti a passare all’interno del negozio, possono forse concedersi qualche acquisto d’impulso nel negozio di abbigliamento. Ovviamente, il favore lo ricambia anche il brand “ospitante”, i cui clienti, arrivati al secondo piano, hanno la possibilità di concedersi una tranquilla pausa da Starbucks.

Un altro fattore che in questa particolare partnership è stato determinante per la multinazionale americana è, paradossalmente, date le sue dimensioni e capacità economiche, la difficoltà di trovare uno spazio adatto dove collocarsi, in una Oxford Street così centrale, strategica e satura di negozi. E quindi, viene da pensare, si è fatta di necessità virtù.

Insomma come mostra questo particolare caso Starbucks-NewLook, le sinergie sono sempre dietro l’angolo. Anzi al second floor.

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Filippo Mattia Pollavini, corrispondente di Brandforum da Londra.

Si occupa di Performance Marketing/Online advertising ed è appassionato di Digital Strategy e tecniche innovative di Branding. È Web Marketing Manager presso una nota società londinese. Contatti: https://twitter.com/fm_pollavini