I brand del fast-food propongono Slow Puzzle impossibili per (in)trattenere in casa i propri consumatori
Slow Brand
I brand del fast-food propongono Slow Puzzle impossibili per (in)trattenere in casa i propri consumatori
01/06/2020

SLOWBRAND

Mentre le misure del lockdown si stanno allentando, in Rete spopolano "puzzle slow” brandizzati da famose aziende “fast-food” che, intenzionalmente, propongono rompicapi di difficilissima risoluzione per tenere occupati i giocatori per molte ore.

Durante il periodo del lockdown dovuto all’emergenza Coronavirus, che ha colpito tutto il mondo, sono state molte le persone che hanno riscoperto passioni sopite, come giochi da tavolo e di carte, attività perfette per passare del tempo tra le mura di casa senza annoiarsi, da soli o in compagnia dei propri familiari.

Anche i puzzle sono stati tra gli articoli più acquistati online negli ultimi mesi e non farebbe notizia definirli una “attività slow”, perché pazienza e lentezza sono proprio due caratteristiche tipiche di questi rompicapi.

Dando un’occhiata in Rete, pare che a spopolare siano però "puzzle slow” proposti dai brand del “fast-food” che, intenzionalmente, hanno ideato rompicapi di difficilissima risoluzione per tenere occupati i giocatori per molte ore.

 

 

Un puzzle davvero slow

 

Heinz, leader in condimenti e salse da tavola, sta facendo impazzire la Rete con il nuovo “puzzle impossibile”: un rompicapo con 570 tessere tutte identiche e rosse, come il proprio ketchup.

 

 

Dopo un primo giveway di 57 puzzle su Instagram, il gioco è ora in vendita solo negli Stati Uniti e in Canada.

Tutto il ricavato della vendita di questi puzzle rossi sarà devoluto alle banche alimentari, associazioni no-profit “Food Banks Canada” e “Feeding America”.

 

Il numero dei pezzi (570) e delle confezioni date in omaggio ai fan (57) è un chiaro riferimento alle tradizionali 57 varietà di salse Heinz.

Come raccontato sul sito web aziendale, il numero 57 nascerebbe per volontà di Henry Heinz, che – dopo aver visto un calzaturificio promuovere “21 styles of shoes” su un cartellone pubblicitario – decise di utilizzare quell’ingegnoso slogan anche per le proprie salse.

 

 

Il numero non ha alcun riferimento alle salse prodotte dall’azienda, che già nel 1896 commercializzava oltre 60 prodotti diversi.

Si dice anche che 5 fosse il “numero fortunato” di Henry Heinz e 7 quello di sua moglie.

Qualunque sia la versione più aderente al vero, da quel momento lo slogan “57 varieties” fu riportato in tutte le comunicazioni pubblicitarie e sulle confezioni di salse, dove è presente ancora oggi.

 

 

Si dice inoltre che, per far uscire più facilmente il ketchup, si debba colpire non tanto il fondo quanto il restringimento del recipiente, proprio dove è riportato in rilievo il numero 57 sul vetro della bottiglia: non pare quindi solo un elemento di branding, ma sarebbe anche funzionale per indicare ai consumatori di salse un corretto utilizzo del prodotto.

 

 

Purtroppo il puzzle non è (ancora) disponibile oltreoceano, nonostante sull’account Instagram ­@heinz, che sta promuovendo il puzzle, si leggano numerosi commenti di fan europei che chiedono di avere “il puzzle più lento sulla faccia della Terra”.

 

 

 

Giveaway per i follower di McDonald’s Belgium

In Europa, con la maggior parte dei ristoranti McDonald’s chiusi alla clientela a causa dell’emergenza COVID-19, la filiale belga dell’agenzia TBWA ha lanciato un puzzle da 500 pezzi che aiuterà gli appassionati a comporre il proprio burger.

 

 

A differenza delle iniziative americane, il puzzle di McDonald’s Belgium non è in vendita: TBWA ha reso disponibili 20 limited edition per la community Instagram.

 

 

“Comporre puzzle è il modo migliore per ammazzare il tempo e mantenere la calma in un periodo così stressante” ha affermato il portavoce dell’agenzia durante il lancio ai primi di maggio, aggiungendo anche un simpatico disclaimer all’appetitoso passatempo:  “Attenzione, non mangiare”.

 

Un puzzle virtuale per Burger King

Ci si sarebbe aspettati di vedere un’iniziativa analoga anche da parte dello storico competitor di McDonald’s, ma Burger King aveva già lanciato in Francia (con l’agenzia Buzzman) un’attività simile a un puzzle, proponendo tutti gli ingredienti necessari per assemblare a casa un fac-simile del celebre Whopper, chiamato proprio il Whopper della quarantena”.

La campagna multisoggetto vede protagonisti anche altri famosi panini, come il “Big Fish” e lo “Steakhouse Burger” con la lista dei relativi ingredienti per imitarli nella propria cucina, in attesa di poter gustare l’originale.

 

 

Tra le iniziative italiane, possiamo solo citare il lancio di un nuovo panino, chiamato volutamente “Social Distancing Whopper” (l’idea è dell’agenzia Wunderman Thompson Italia) per adattarlo a questo momento storico.

Come descritto sul sito web del fast-food, questa nuova variante, lanciata contemporaneamente in più Paesi con lo stesso slogan e disponibile – per il momento – solo al “King Drive” (corsia per il ritiro in auto), contiene hamburger alla griglia, pomodoro a fette, lattuga fresca, cetriolini, salsa kecthup e tanta, tanta cipolla fresca che aiuta gli altri a starti lontano”.

 

 

 

Arby’s propone un puzzle da completare in 13 ore

 

 

La nota catena di fast-food americana Arby’s ha dedicato un puzzle al proprio panino più venduto, lo Smokehouse Brisket Sandwich, il cui ingrediente principale è la punta di petto di manzo, affumicata lentamente per 13 ore (13-Hour Smoked Brisket).

 

 

Nel puzzle, mille tessere formano una caotica rappresentazione di sandwich, carne affumicata e patatine fritte.

 

Sul portale dedicato, in cui è possibile comprare vario merchandising, è l’azienda stessa a dare ironicamente la spiegazione del nuovo prodotto:

 

Qual è la differenza tra il nuovo puzzle da 13 ore e il classico 13-Hour Smoked Brisket?

Vi basterà un morso per capire che questo è un puzzle!

 

Un asterisco richiama l’attenzione degli utenti, spiegando che, a differenza dello Smoked Brisket, il puzzle da 13 ore potrebbe essere completato in meno tempo, “specialmente se prima di completarlo si guarda l’immagine riportata sulla scatola”.
Arby’s comunque consiglia comunque di farsi aiutare dall’immagine di riferimento, “qualora non si riuscisse a completare il puzzle entro 13 ore”.

 

 

☞ LO SAPEVI CHE….?
La slow adv più lunga di sempre

 

Nel 2014, per promuovere la particolarità di questo taglio di carne, Arby’s ha filmato per 13 ore il processo di affumicatura: lo spot pubblicitario, senza dialoghi e senza interruzioni, dimostra l’assenza di aromi artificiali.

Secondo quanto riportato dal New York Times, anche se gli spot pubblicitari americani stavano già diventando sempre più brevi col passare degli anni, l’azienda è riuscita a far trasmettere questo filmato in forma integrale da una singola emittente, “Duluth” del Minnesota.

 

Lo spot del 13-Hour Smoked Brisket era entrato nel Guinness World Record come la pubblicità più lunga mai trasmessa in televisione, superando uno spot Nivea della durata di 60 minuti (trasmesso in Svizzera nel 2011). Lo spot è stato poi reso disponibile sul sito dedicato all’iniziativa 13hourbrisket.com (oggi non più raggiungibile) e poi sul canale YouTube.

 

 

 

Il record è poi stato battuto da Procter & Gamble, che attualmente detiene il primato per aver trasmesso una pubblicità del deodorante "Old Spice" per 14 ore ininterrotte, monopolizzando il canale brasiliano “Whoohoo” dalle 6 di mattina alle 8 di sera dell’8 dicembre 2018.

 

Il motivo di uno spot così lungo? La durata della pubblicità era pari a quella della fragranza del deodorante pubblicizzato!

 

 

A cura di

Rebecca Rabozzi

Redattore Senior
Collabora con Brandforum.it dal 2009

Docente di Content Marketing, Digital Communication & Social Selling e cultore della materia per il corso di "Storia e linguaggi della pubblicità" della Prof.ssa Patrizia Musso presso l'Università Cattolica di Milano, dopo una lunga esperienza in agenzie pubblicitarie di calibro internazionale (tra cui Dentsu Aegis Network e Publicis Groupe), attualmente si occupa di Retail Marketing.

Vai al profilo LinkedIn: Rebecca Rabozzi

Ti potrebbe interessare anche...

Proseguiamo con le Slow Interview, una serie di paper-intervista ai referenti delle Nomination di #SBF2023, realizzati con la collaborazione dei membri della nostra Giuria Under30: il quindicesimo episodio riguarda Maria Cristina Ceresa, nominata per la categoria Slow Boss.
Continuiamo con le Slow Interview, una serie di paper-intervista ai referenti delle Nomination di #SBF2023, realizzati con la collaborazione dei membri della nostra Giuria Under30: il quattordicesimo episodio riguarda Siemens Italia, con la sua sede milanese Casa Siemens, nominata per la categoria Slow Factory.