Alessandra Olietti, Redattore Senior di Brandforum.it
Quando il personaggio famoso si inserisce nelle strategie di comunicazione interna per aumentare – nei dipendenti – la brand awareness dell’azienda.
E’ strategia ormai assodata, anche se in modo meno massiccio rispetto al passato, che un brand ricorra ad un volto famoso (il Testimonial, in gergo “tecnico”) per pubblicizzare se stesso e i suoi prodotti all’esterno.
Da un’osservazione attenta delle dinamiche aziendali in continuo e costante mutamento, abbiamo però avuto modo di notare come la pratica di ricorrere al Testimonial non sia usata dalle imprese solamente per comunicare ai propri stakholder esterni, ma anche per rafforzare le dinamiche di internal branding.
Per esplicitare meglio il concetto vi portiamo come esempio un caso che ha recentemente coinvolto una cantante italiana e un noto brand del commercio digitale.
Loredana Bertè e Amazon: quale legame?
Che relazione esiste – secondo voi – tra Loredana Bertè e Amazon? Iniziamo col dirvi che dal lato commerciale, il nuovo album della famosa rocker italiana “Amici non ne ho… Ma amiche sì!” è in vendita in esclusiva su Amazon.it.
(ph. Amazon.it)
L’album – prodotto da Fiorella Mannoia per celebrare i quarant'anni di carriera della Bertè – l’ha vista collaborare con un gruppo di cantanti, tutte donne (e da qui il titolo “insolito” Amici non ne ho… Ma amiche sì! ), con le quali ha re-inciso alcuni dei brani più significativi del suo repertorio.
Tra queste Emma, Fiorella Mannoia, Paola Turci, Noemi, Alessandra Amoroso, Elisa, Nina Zilli, Antonella Lo Coco, Aida Cooper, Bianca Atzei, Irene Grandi.
Ciò che rende – passateci il termine – “insolito” il legame tra Bertè e Amazon è un incontro che si è svolto qualche giorno fa nella sede milanese della famosa piattaforma di e-commerce, dove l’ospite era proprio la cantante in questione. Il motivo era l’uscita del suo album, ma tra il pubblico presente non c’erano solamente i suoi fan ai quali ha firmato autografi e scambiato chiacchiere in un’atmosfera amicale, bensì vi erano anche i dipendenti di Amazon (ebbene si!) con i quali si è intrattenuta per poterli cosi conoscere in prima persona.
Perché questa scelta? A nostro parere si tratta di una “strategia” decisamente singolare in ottica di internal branding il far conoscere un cliente (pensando al b2b) – per quanto famoso che sia – ai dipendenti dell’azienda.
Pensando al concetto di internal branding, ovvero un approccio che si propone di adottare tecniche e strategie della comunicazione esterna all’interno dell’impresa – instaurando un dialogo con il “pubblico” interno dell’organizzazione, il caso sopra citato rappresenta un esempio di apertura delle dinamiche interne verso l’esterno (e viceversa), ma anche di valorizzazione della figura dei dipendenti che vengono in questo modo resi partecipi delle scelte strategiche dei brand, in un’ottica di trasparenza. Una sorta di “dialogo tra pari” dove gli attori coinvolti sono brand e collaboratori interni, che ha portato ad un maggior avvicinamento tra i due.
(ph. Amazon.it)
In questo scenario, l’aver utilizzato un testimonial famoso può aver contribuito a rafforzare da un lato la brand awareness (come avviene per la comunicazione verso l’esterno), dall’altro il legame tra organizzazione e employees. Su questa scia, l’evento si è trasformato in un momento di aggregazione tra i dipendenti, per permettere loro di essere maggiormente consci di far parte di una organizzazione coesa e che si interessi anche al loro benessere, in grado quindi di considerarli come “persone” prima che come “lavoratori”. A loro è stata anche donata copia dell’album in vinile rosso in ricordo della giornata.
Una strategia di internal branding e di team working fuori dal comune, ma sicuramente un esempio degno di nota anche per altri brand.