La Terra non basta più
Brand Trends
La Terra non basta più
04/09/2012

Mirko Cammalleri, Network di Brandforum.it
Quando la Terra sembra non essere più sufficiente a contenere il lancio di un nuovo prodotto, che sia esso un bene primario, un servizio o come in questo caso una canzone; il mondo della cominicazione si spinge oltre, valicando i “confini” del nostro pianeta e spingendosi verso nuove frontiere: lo spazio.

 

Quando la Terra sembra non essere più sufficiente a contenere il lancio di un nuovo prodotto, che sia esso un bene primario, un servizio o come in questo caso una canzone; il mondo della cominicazione si spinge oltre, valicando i “confini” del nostro pianeta e spingendosi verso nuove frontiere: lo spazio. E se Armstrong è stato il primo uomo ad aver messo piede sul suolo lunare, Reach for the stars di Will.i.am è stata la prima canzone ad essere stata trasmessa da Marte…o quasi!

Anche per il mondo della comunicazione, il nostro pianeta non è più sufficiente.

 

Grazie alla Nasa, martedì 28 agosto è stata trasmessa la prima canzone da Marte, una novità assoluta. A dire la verità, non è il primo contatto ravvicinato tra spazio e musica: nel 2008, per festeggiare un’importante serie di ricorrenze, il Deep Space Network (sempre Nasa) trasmise Across the universe dei Beatles verso la Stella Polare, a 431 anni luce dalla Terra direttamente nello Spazio aperto. In questo caso, invece, Curiosity, la sonda in spedizione su Marte, ha trasmesso dal pianeta rosso verso il Jet Propulsion Laboratory in Pasadena, California.

 

Due episodi molto diversi in realtà. La canzone, scritta appositamente per l’occasione, è Reach for the stars dell’artista statunitense Will.i.am, personaggio molto in vista, noto anche per essere il frontman del gruppo The Black Eyed Peas. Il cantante dichiara di aver cercato di evitare la musica sintetica al computer per utilizzare una vera orchestra, con l’intenzione di creare qualcosa che fosse senza tempo e che mettesse insieme varie culture. Una specie di piccolo testamento dell’umanità insomma.
Nell’estate delle colonne sonore, dopo quella per europei di calcio e olimpiadi, è arrivata a sorpresa anche quella per la spedizione su Marte. Ogni grande evento ha la sua canzone: la grande capacità di coinvolgimento della musica è ormai universalmente riconosciuta e quindi non si perde occasione per cercare di sfruttarla.
L’evento fa molto parlare, c’è molto entusiasmo, si ha la sensazione di aver in qualche modo spostato ancora più in là i limiti della cultura, della tecnologia, dell’uomo. A primo impatto verrebbe automatico pensare che si tratti di una trovata per promuovere il disco e l’artista e c’è da immaginare che effettivamente funzionerà. Ma andando più a fondo, si scopre che in realtà è la Nasa a volersi rilanciare, soprattutto agli occhi dei più giovani, perché sembra che si stia trovando a fare i conti con un decadimento di immagine in seguito alla chiusura del programma Space Shuttle. Quale modo migliore, quindi, di scegliere di legarsi in maniera coerente (la canzone parla, infatti, della capacità di impegno dell’uomo, fino a spostare i propri limiti) ad uno degli artisti internazionali più influenti e seguiti dai ragazzi di tutto il mondo? Se poi ne trarrà giovamento anche lui, potendo sfruttare anche immagini e filmati, un motivo in più per stringere l’accordo.

 

A questo indirizzo un video che illustra i retroscena: http://www.youtube.com/watch?v=h47kXwM_6dE&list=FLVCdOaiHD05nGQm9tf1SEzw&index=1&feature=plcp

Sicuramente qualcuno si domanderà se non ci stiamo spingendo troppo oltre, è normale porsi certi scrupoli: visto l’equilibrio precario in cui si trova il nostro pianeta, è giusto osare così tanto persino su altri pianeti? Dopo questo episodio, cosa si farà per spingersi ancora oltre? D’altra parte, la questione è alla base di molti dibattiti nati insieme alle prime agenzie aerospaziali. In questo caso, comunque, è importante ricordare che il suono non è stato trasmesso su Marte, ma semplicemente da lì è partito il segnale per far ascoltare la canzone in una sala sul nostro pianeta. Questo ridimensiona molto il discorso che molti titoli di giornale tendono a gonfiare. Inoltre l’iniziativa ha un risvolto no-profit: la Nasa si impegna a supportare la collaborazione tra i.am.angel (fondazione di Will.i.am) e Discovery Education in un iniziativa di approvvigionamento di strumentazioni per la divulgazione di tecnologia, scienza, matematica ed ingegneria ad alcune classi scolastiche. In questo programma verrà anche spiegato tutto il complesso meccanismo che ha permesso la trasmissione da Marte.

 

Di seguito l'indirizzo dove leggere il comunicato stampa della Nasa: http://www.nasa.gov/home/hqnews/2012/aug/HQ_M12-160_will.i.am_Song.html

Con Will.i.am la comunicazione fa un nuovo, grande passo avanti: dopo anni di vivaci sperimentazioni, internet, 3D, occhialini, flash mob ed eventi, la nuova frontiera è lo spazio. Certo, ci era già arrivato Richard Branson con la sua Virgin Galactic, ma nel caso della canzone si parla di pura comunicazione.
Durante ogni innovazione comunicativa, comunque, è importante non dimenticare tutto il resto: impensabile per l’entourage del cantante rimanere appagati dopo un successo simile e immaginare di smettere di comunicare in maniera tradizionale. E’ fondamentale, invece, integrare l’innovazione in un meccanismo di comunicazione più ampio e ben studiato al fine di valorizzare adeguatamente un simile fiore all’occhiello.
Per l’artista, infatti, prosegue la campagna di promozione dell’album tornando “con i piedi per terra”: Reach for the stars, insieme ad altri singoli, è già in circolazione e molte iniziative sono in atto per promuovere il disco che uscirà ad ottobre e che si chiamerà #willpower, con un evidente invito all’utilizzo di Twitter, tanto per gradire. Poi arriveranno i videoclip, che presumibilmente saranno molto d’effetto. Siamo tutti curiosi di vedere in quali altri modi verrà sfruttata in termini comunicativi una simile impresa.

 

E siamo curiosi di vedere anche che cosa potrà alzare ancora di più l’asticella dei limiti della comunicazione, che si trova già molto in alto: nello spazio.

A cura di

Mirko Cammalleri

Redattore Junior
Social Media Manager Assistant

Collabora con Brandforum.it dal 2012

Dopo la laurea in Comunicazione e Nuovi Media presso l'Università degli Studi di Bergamo, approfondisce le proprie competenze in ambito Digital grazie al Master in Marketing Digitale presso l'Università Cattolica di Milano in collaborazione con IAB.

Dopo varie esperienze in ambito Media & Advertising decide di cercare nuovi stimoli al Politecnico di Milano studiando le basi per lo sviluppo di applicazioni mobile. Grazie a questa svolta approda in Samsung Electronics Italia esplorando diversi ambiti. Attualmente lavora in un team che gestisce servizi a valore aggiunto per i prodotti connessi destinati ai consumatori finali. È un lavoro difficile da descrivere a parole ma è molto stimolante.

A parte la passione per la tecnologia e i Nuovi Media, che poi non sono più tanto nuovi ma si possono semplicemente chiamare Media; è fissato col Motorsport e la Musica.


Profilo LinkedIn

Ti potrebbe interessare anche...

Negli ultimi anni, le produzioni audiovisive e il Branded Entertainment hanno cominciato a raccontare anche i luoghi: sono molte le produzioni che si stanno avvicinando a questa pratica, promuovendo e valorizzando il territorio attraverso destination branding e place branding.
Green marketing o greenwashing? Come sviluppare efficaci strategie in ottica di sostenibilità: i casi Lush e L’Oréal.