I nuovi orizzonti dei media: POE (Paid, Owned, Earned)
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I nuovi orizzonti dei media: POE (Paid, Owned, Earned)
31/10/2011

Romina Cisella, network Brandforum.it
L’evoluzione tecnologica dell’ultimo decennio ha provocato lo spostamento dell’attenzione del consumatore dai mezzi di comunicazione tradizionali ai new media con un conseguente calo dell’efficacia dell’advertising classico.
Non è più il brand ad avere il “controllo” dei media attraverso il marketing tradizionale ma il consumatore stesso.

 

1. Introduzione

 

L’evoluzione tecnologica dell’ultimo decennio ha provocato lo spostamento dell’attenzione del consumatore dai mezzi di comunicazione tradizionali ai new media con un conseguente calo dell’efficacia dell’advertising classico.
Non è più il brand ad avere il “controllo” dei media attraverso il marketing tradizionale ma il consumatore stesso.
E’ in questo contesto che nasce il bisogno di rivedere la categorizzazione dei media e di ridefinire l’approccio verso l’advertising.

 

2. I nuovi orizzonti dei media: POE (Paid, Owned, Earned)

 

Per ottenere una sinergia nel media mix sfruttando i vantaggi di ogni mezzo, nasce la classificazione in tre tipologie: mezzi pagati (paid), di proprietà (owned) e guadagnati (earned).
In questa confusione mediatica diventa dunque imprescindibile rendere chiari sia i nuovi ruoli e benefici dei media che l’approccio per ottenere la massima efficacia.

 

Paid media: sono gli spazi pubblicitari a pagamento che garantiscono la presenza in un contesto determinato (Esempi: display adv, mezzi Out-of-Home, TV spot, sponsorship, paid search). I Paid media rappresentano la tipologia che più si avvicina ai mezzi classici. Sono il primo contatto con il consumatore, quello che in primis attira la sua attenzione generando awareness. Anche se la maggior parte dei consumatori ammette il basso livello di fiducia in confronto alla TV, radio o stampa, questa tipologia di advertising è mirata, e integrata nel modo corretto genera un impatto immediato.

Owned media: sono i canali di proprietà costruiti dal brand dove si ha il completo controllo di ciò che si pubblica (Esempi: sito web, account social brandizzato, blog). Gli Owned media devono “creare un rapporto” con il consumatore e diventare una sorta di punto di riferimento, un luogo controllato completamente dal brand che racconta e trasmette i propri valori creando engagement e informando allo stesso tempo.

 

Earned media: sono i "canali guadagnati", il valore aggiunto generato dalle conversazioni degli utenti che diventano il canale stesso (Esempi: traffico nel sito, contenuto commentato e condiviso, fan page, i “like”, le recensioni, i contenuti user generated – UGC, WOM).

 

 

Gli Earned media sono il risultato della perfetta integrazione fra i Paid e gli Owned media, la corretta costruzione e sviluppo crea lo stimolo giusto per generare buzz. Il ruolo è dunque quello di interagire al 100% con il consumatore, facendolo nel modo giusto si può rafforzare o addirittura costruire il rapporto fra brand e consumatore.


3. The big challenge

 

Le sfide saranno non solo quelle che c’erano prima della attuale classificazione, ma anche quelle nuove che nascono insieme ai Paid, Owned ed Earned media.
I Paid media sono molto costosi e nonostante diano ottimi risultati di reach o copertura mediatica devono essere pianificati anche per sostenere la forte perdita di credibilità fra i consumatori.
Gli Owned media hanno l’importante compito di informare, devono distinguersi per “nutrire” gli Earned media con contenuto ricco che al tempo stesso racconti la marca.
La grande sfida per gli Earned media nasce dall’impossibilità in questo contesto di “controllare” le conversazioni, così il brand deve interagire con il consumatore creando engagement e allo stesso tempo proteggendo la propria reputazione.

4. Evoluzioni

 

4.1. Il fenomeno Gamification
 

Si potrebbe aprire un capitolo a parte riguardo la particolare evoluzione degli Owned media, se si considera uno dei fenomeni di più alto effetto nella categoria ovvero la gamification, cioè la dinamica di gioco che applicata al sito coinvolge e rende partecipi gli utenti a cui è orientata la comunicazione e li induce ad un particolare comportamento.
Di seguito due chiarissimi esempi  che spiegano il fenomeno:
L’applicazione MTV My Chart è una gamification che segue una strategia cross-media. Essendo connessa a Facebook permette agli utenti di creare le classifiche settimanali dei loro video preferiti.
Gamecity, è invece il social-meta game di Nickelodeon dove gli utenti diventano supereroi, ognuno ha una mission da compiere e si sfidano altri giocatori completando i livelli, il tutto finalizzato a rafforzare il valore della marca (Nickelodeon).

 


4.2. Oltre i limiti

Un altro punto di vista della classificazione POE dei mezzi, descrive i limiti fra le categorie come poco definiti, o meglio, c’è chi preferisce chiamarle “categorie miste o ibride”.
Il contenuto promozionale degli Ads Facebook, per esempio, mira ad un target specifico scelto nei dettagli grazie al tracciato dell’informazione degli utenti. Sono quindi inserzioni che oltre a contenere la foto e il link alla pagina, generano un importante buzz fra le reti di amici con visualizzazioni, interazioni e i così agognati “like”.
I “Promoted Tweets” sono invece, tweet a pagamento che hanno naturalmente maggior visibilità rispetto a quelli non sponsorizzati e che possono essere, come quelli normali, salvati fra i preferiti o retwittati. La mossa è stato un vero successo:

“Stando ai dati forniti dalla stessa CocaCola un Promoted Tweet sarebbe stato visualizzato oltre 85 milioni di volte, con un tasso di conversione pari al 6%. Nell'advertising classico, fatto di banner, il tasso è dello 0,02%” 

Questi modelli misti, sono dunque, mezzi a pagamento ma in un contesto social e si mantengono in vita solo grazie al passaparola.

 

5. Case History: Dunkin’ Donuts e la strategia integrata “Drinkin’ Dunkin’”

Un vero caso di approccio integrato è la recente campagna della catena statunitense “Dunkin’ Donuts” che ha come obiettivo accrescere la consapevolezza di marca e rafforzare la leadership nelle vendite della “cup of coffee”.
Con l’idea di rendere omaggio ai fedelissimi fan, Dunkin’ Donuts ha raccolto centinaia di “storie” che raccontano come il brand faccia parte delle loro giornate.
Si tratta dunque di una campagna integrata su diversi mezzi (Tv, Radio, Out of Home, Search, Social media e PR) che richiama gli aspetti emozionali del rapporto con la marca come la passione e la fedeltà.
Un’idea che ha funzionato perfettamente su tutti i mezzi.

 

Per un approfondimento sulla case history, scarica l'articolo in versione .pdf
 

 

6. Conclusione

Come si è visto nel caso di Dunkin’ Donuts, la sinergia fra i mezzi è indispensabile per raggiungere i risultati ottimali, ma anche la consapevolezza che un mezzo sostiene l’altro: lo spot invita gli spettatori ad entrare nella fan page per partecipare al nuovo concorso (Paid sostiene Owned), così si è creato un sostanzioso passaparola (Paid e Owned sostengono Earned) che però è continuamente controllato e monitorato per consolidare l’immagine e per garantire l’ottima reputazione di cui gode la marca (Earned sostiene Owned).
La sfida è grande, ed è proprio quella di identificare il vantaggio che ogni mezzo può offrire singolarmente ma in un’ottica di completa integrazione.

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