I social network: il primo mito da sfatare
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I social network: il primo mito da sfatare
18/02/2014

Patrizia Musso, Direttore Brandforum.it, e Max Morales, Redattore Senior Brandforum.it
I Social Media sono una nuova leva di marketing e comunicazione; un nuovo strumento di business, non solo B2C ma anche B2B.

In un’epoca complessa come quella attuale, sono diverse le aziende in cerca di metodi innovativi per raggiungere i propri obiettivi di business.


Si sente parlare molto dei nuovi media e, soprattutto, dell’uso dei Social Media come nuova leva non solo di comunicazione ma anche di marketing.

Purtroppo tanti sono anche i miti – sbagliati – che accompagnano questo settore e che vorremmo sfatare alla scoperta delle varie (e vere) dinamiche in corso per poi iniziare un viaggio di approfondimento sul mondo dei Social Media riletto attraverso lo sguardo che distingue Brandforum ormai da 13 anni: quello dei brand.

 

Vi parleremo, in particolare, di 3 miti da sfatare.

 

 

 

Il primo mito da sfatare: i social media funzionano solo per le grandi imprese e presentano margini di efficacia solo nel settore del Business to Consumer (B2C)! In realtà, come avremo modo di vedere, proprio le stesse piattaforme (da Facebook a Twitter, da LinkedIn a Pinterest) usate da grandi gruppi industriali possono essere usate in modo altrettanto efficace anche da parte delle PMI e per il settore Business to Business (B2B).

 


Come dimostrano case history di successo sul mercato italiano, i social media possono aiutare il lancio, il consolidamento e il successo di una PMI. E’ il caso di Berto Salotti, descritto anche da un articolo apparso su Brandforum, ma si tratta solo di un caso emblematico: ormai sempre più PMI sfruttano i social media per poter aumentare la propria visibilità e reputazione e aumentare le vendite.

 


D’altronde è sufficiente guardare i numeri per convincersene. Secondo social bakers gli utenti attivi su Facebook in Italia sono 23,37 milioni e la tendenza è ancora in crescita. Possiamo dire, a tutti gli effetti, che Facebook sia ormai una vera e propria anagrafe della rete, che contiene informazioni preziose sui consumatori in target con le imprese. Ogni messaggio pubblicitario che si vuole diffondere tramite social media (non soltanto Facebook) può essere mirato con precisione, attraverso una piattaforma dedicata alla progettazione della campagna e a un target specifico. Abbiamo qui riportato i dati italiani per ragioni di opportunità (più facilità di accesso alle fonti), ma è il fenomeno di diffusione dei social media è comune a tutta l’Europa e a tutto il mondo allo stesso modo.

 


La parte del “mito” che riguarda l’inservibilità dei social media per il mercato B2B è ancora più semplice da sfatare. Come dimostra il post di IAB che vi proponiamo qui (v. http://iab.blogosfere.it/2013/03/social-media-marketing-come-le-aziende-b2b-dovrebbe-sfruttarne-le-potenzialita-nel-2013.html) sono sempre di più (e anche qui il dato è in crescita) le aziende B2B che utilizzano i social media per motivazioni che sono particolarmente strategiche per l’impresa moderna. Quali? I social media aiutano ad attivare contatti diretti con utenti in target, sono canali ideali per fare circolare il brand di una PMI senza dover investire il budget di una campagna televisiva o stampa e aiutano a selezionare meglio le risorse più utili per migliorare la produttività interna (vedi LinkedIn).

 


Inoltre, attraverso un uso attento dei social media come Customer care e CRM (gestione della relazione con il cliente), si rafforza il rapporto di fiducia con il target, si aumenta la propria rilevanza nell’ambito del proprio segmento di mercato e si migliora la propria reputazione attirando nuovi pubblici.
Nelle prossime settimane affronteremo gli altri due miti per poi proseguire nel nostro viaggio all’interno dei Social Media.

 


Intanto segnaliamo che su Pinterest abbiamo attivato un board ad hoc Best&Worst per raccogliere i migliori/peggiori casi d’uso dei Social Media, in ambito italiano e non solo. Ecco il link http://www.pinterest.com/brandforum/bestworst/ e buona consultazione.

(Se avete segnalazioni in merito scrivete alla Redazione info@brandforum.it)

 

A cura di

Patrizia Musso

Fondatrice di brandforum nel 2000

Direttore Responsabile del sito dal 2001

Professore incaricato del corso annuale di Storia e linguaggi della pubblicità (Facoltà di Scienze Linguistiche, indirizzo in Lingue, comunicazione e media) presso l'Università Cattolica di Milano dove insegna sin dal 1997 (temi: Comunicazione d'impresa interna ed esterna, corsi di laurea Triennali e Magistrali, Fac. Scienze Linguistiche, Fac.Sociologia, Fac. di Economia e Commercio). Presso il medesimo Ateneo sin dal 1993 svolge altresì attività  di ricerca. Dal 2009 insegna altresì Forme e strategie della comunicazione digitale presso il Master in 'Comunicazione, marketing digitale e pubblicità  interattiva' promosso in collaborazione con IAB Italia.

Dal 2014 è Direttore Didattico del Master in Account & Sales Management, Università Cattolica di Milano.

Dal 1998 al 2017 ha collaborato con varie Università ed Enti di formazione ( docenza di Promozione della marca all'Università  IULM di Milano, docenza di Brand communication presso Master IED - area Comunicazione, Marketing & Pubblicità (sede Milano), docenza di Branding e Fenomenologia dei media presso la sede IED di Torino).

Vanta altresì una consolidata esperienza nel settore della consulenza strategica applicata alla comunicazione di marca e d'impresa (esterna e interna) e in quello della formazione aziendale. Dal 1998 al 2004 è stata ricercatore e senior trainer presso la società internazionale Arkema con sede a Parigi di Andrea Semprini, occupandosi di formazione strategica e di ricerche semiotiche applicate al brand  (tra i clienti Barilla, MaxMara, Manzoni ADV).

Dal 2005 opera come free-lance per realtà aziendali prestigiose, collaborando al contempo su specifici progetti di consulenza e formazione strategica con quotati enti e società del settore. Ha collaborato in varie occasioni con l'istituto di ricerca S3Studium come esperto in una serie di indagini Delphi, tra cui 2010: IL VOLTO DELL’ITALIA. Come evolverà il valore intangibile del “made in Italy” e della “Marca Italia” (Coordinamento scientifico Domenico De Masi e Innocenzo Cipolletta, ottobre 2006).

Dal 1993 è autrice di numerosi volumi e saggi dedicati alla comunicazione d'impresa e alla brand communication, tra i più recenti: 
nel gennaio 2017 ha pubblicato la nuova edizione aggiornata e ampliata Slow brand. Vincere imparando a correre più lentamente

Nel 2018, con Alessandra Olietti, ha scritto il volume per FrancoAngeli Turismo digitale. In viaggio tra i click

Nel 2020, con Maria Luisa Bionda, ha curato il volume per FrancoAngeli Brand Renaissance. Nuove tecniche per rivoluzionare la comunicazione organizzativa

Da gennaio 2014 a settembre 2015 è stata membro dell'Advisory Board dell'OBE - Osservatorio Branded Entertainment.

Dal 2017 è Direttore Scientifico di OBE, e cura la rubrica sul Branded Entertainment sulla testata NC-Nuova Comunicazione

Dal 2016 è membro del Council SuperBrands Italia

Nel giugno 2015 ha dato vita alla I edizione dell'evento Slow Brand Festival, in collaborazione con l'Associazione Vivere con Lentezza e la Fondazione Giangiacomo Feltrinelli. Dal giugno 2018 l'evento si tiene con la collaborazione anche di ALMED - Alta Scuola in Media, Comuncazione e Spettacolo - dell'Università Cattolica di Milano.

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