Perché facciamo quello che facciamo: il lancio del nuovo Samsung Galaxy A.
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Perché facciamo quello che facciamo: il lancio del nuovo Samsung Galaxy A.
27/01/2016

Silvia Mussa, Redattore Senior di Brandforum.it
Perché facciamo quello che facciamo? Quali sono i percorsi di connessione che collegano le nuove tecnologie all’espressione della nostra individualità?

Immagini rapide, allegre che raccontano di emozioni e di passioni…

“Perché facciamo quello che facciamo?” questa è la domanda che da il via al nuovo video promozionale di Galaxy A, il nuovo smART  phone (da notare la singolare costruzione che fonde arte ed intelligenza artificiale) di casa Samsung.

 

Anche Brandforum.it si è quindi domandato guardando lo spot quali siano i percorsi di connessione che collegano le nuove tecnologie e la comunicazione all’espressione della nostra individualità; in una parola il perché facciamo quello che facciamo.

 

La prima risposta ci arriva direttamente dalle riflessioni fatte anche in Brand Reloading (Brand Reloading. Nuove strategie per comunicare, rappresentare e raccontare la marca, P.Musso et alii, FrancoAngeli, 2012) sul desiderio di protagonismo, narcisismo e centralità del sé della generazione Y alla quale Galaxy A si rivolge come target perfetto.  La generazione dell’esisto perché mi rappresento, perché mi metto al centro, perché mi racconto; la generazione perfetta quindi anche per una fotocamera pensata per realizzare selfie ineguagliabili grazie alle funzioni Selfie Panoramico, Palm Selfie e Bellezza Volto. 

 

Altre risposte ci arrivano dalla constatazione che il visual storytelling è alla base di tutte le recenti comunicazioni d’impatto e dalla presa di coscienza che tali racconti visivi debbano essere realizzati in ogni luogo, in ogni frammento temporale e meglio se nell’immediatezza del momento.

Ecco quindi la necessità tecnologica soddisfatta da Galaxy A di una fotocamera avanzata che consenta di realizzare foto e video più nitidi e luminosi e di uno stabilizzatore ottico d’immagini OIS per sopperire a tutte le condizioni di luminosità.


Altro punto fondamentale che emerge dallo spot è la dimensione della condivisione. Condividere per esistere, condividere per raccontare. Share che nello spot si riassume come coesistenza di soggetti nello spazio e nel tempo uniti da una tecnologia che non è solo quella dei drive in rete, ma anche quella di immagini e stralci di vita condivisi da coloro che guardano insieme l’ampio display Super AMOLED che rende unici i contenuti come nessun altro smartphone con foto e video brillanti e naturali. Facciamo quello che facciamo perché lo rappresento, perché vive nell’immagine e non solo perché lo sto realmente assaporando.


Chiudiamo la nostra riflessione con una paragrafo dedicato all’originale naming del prodotto smART phone.

Arte e tecnologia fondate in un unico oggetto che di artistico sino ad oggi ha avuto poco: un ampio display (5,2 pollici per l’A5 2016 e 4,7 pollici per l’A3 2016) che coniuga vetro e metallo, materiali freddi che però a detta di Samsung riescono ad esprimersi  in Galaxy A in un design elegante e armonioso.

 

Ci sorgono pertanto queste ultime domande: che l’oggetto fast per eccellenza, stia ricercando nella dimensione artistica un contatto più slow con il proprio consumatore che sofferma il suo sguardo non più solo sullo schermo, ma anche sulla complessiva estetica del prodotto?

Forse un oggetto tipicamente di uso quotidiano può assumere connotazioni ricercate?


Se pertanto oltre alla nostra interpretazione sempre fedele alle tematiche di ricerca di Brandforum, il prodotto ha stimolato il vostro interesse, scoprite di più sul sito.


 

Buzzoole

A cura di

Silvia Mussa

Redattore Senior

Media Partnership Manager
Collabora con Brandforum.it dal 2009
 

E' dal 2012 all'interno della Direzione Marketing del Gruppo Bluvacanze. Precedentemente project manager presso un tour operator specializzato in soggiorni studio. Da dicembre 2008 a giugno 2009 ha realizzato uno stage presso l'ufficio marketing di Citroén Italia.

Dopo la laurea triennale in 'Scienze linguistiche e letterature straniere' presso l'Università  Cattolica di Milano con un elaborato linguistica francese sul linguaggio delle nuove tecnologie, nel dicembre 2008 consegue a pieni voti la laurea specialistica in 'Scienze della Comunicazione audiovisiva' con una tesi dal titolo "La prossemica degli eventi di comunicazione scientifica: uno studio transnazionale" incentrata sull'utilizzo degli spazi come veicolo di comunicazione aziendale ed experiential marketing nei congressi medico-scientifici.

Nell'estate 2008 ha partecipato al Summer Institute in Creative Advertising, Public relations, And Consumer Behavior presso la MICHIGAN STATE UNIVERSITY, Department of Advertising, Public Relations and Retailing.

Da giugno 2009 è altresì cultore della materia presso la cattedra di "Storia e linguaggi della pubblicità" presso l'Università Cattolica di Milano collaborando altresì al Master Almed in Account e Sales Management. Tecniche di gestione e negoziazione applicate alle vendite.

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