Pesce d’aprile: quando i brand non si prendono sul serio
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Pesce d’aprile: quando i brand non si prendono sul serio
09/04/2015

Diego Parati, Network di Brandforum.it
“E’ vero o è un pesce d’aprile?”. Questa la domanda che molti si fanno di fronte a improbabili intuizioni creative, lanciate dai brand proprio nel giorno dedicato per eccellenza agli scherzi.

Il primo aprile è da poco passato e come prassi consolidata per i brand, e per la comunicazione in generale, è giorno di cambiamenti temporanei: ventiquattrore nella piscina della libertà creativa, dove quasi tutto è permesso. Attenzione però, non bisogna cadere nella totale de-regolamentazione dei principi cardini della multicanalità.

 

Sfruttare il giorno di "licenza" assume molteplici ruoli, dal poter testare i confini fin dove un brand può spingersi, all'affrontare in modo ironico aspetti a volte scomodi per il marchio stesso, fino a riproporre al proprio target quelle tematiche che sono emerse nel corso dell' anno, ma che non sono state sviluppate per questioni plurime (classici sono i fattori di tempo e budget).

 

Un esempio che vorrei proporre è il caso del marchio Dash, i cui prodotti sono perfettamente vendibili a scaffale: per il primo di aprile ha lanciato tramite Facebook una nuovo packaging dalla forma insolita, ovvero simil ferro da stiro. In questo modo voleva sottolineare che Dash, oltre ad essere in grado di lavare, permette anche ai capi di non dover essere stirati… Una sorta di provocazione che si spinge oltre i confini delle potenzialità del prodotto, e che è stata poi smascheranta dal brand stesso.


 
Sul ruolo ironico del non prendersi sul serio, “ridere si, se è ridere con il brand”, è possibile notare per esempio la semplice rivisitazione grafica del packaging di Fiesta Ferrero, che aggiungendo un tocco di verde al packaging rimanda al filone salutistico e vegano proponendo l'abbinamento al gusto lattuga. Mangereste una merendina al sapore di insalata per tenervi in forma?

 

Il ruolo ironico arriva fino a raggiungere modelli di iperbole più complessi che non toccano solo la rivisitazione grafica, ma agiscono sull'utilizzo funzionale del prodotto stesso, come ha fatto ad esempio Samsung propondendo un cellulare "da taglio": il Galaxy Blade Edge. Su Facebook il prodotto ha una sua pagina fan dedicata: https://www.facebook.com/galaxybladeedge?fref=ts
Alcuni brand si sono spinti fino a cambiare effettivamente il loro naming, da "Girella" a "Quadrella", da "Toyota" a "Toyoda".

 

Spicca invece il sempre più spinto utilizzo delle tematiche sociali o di denuncia della realtà contemporanea.

 

Su quest' ultimo punto segnalo il lavoro di Ceres che non sconfina mai dal seminato della realtà quotidiana e propone anche in questo "pesce d'aprile" una rappresentazione di situazioni cui tutti possiamo ritrovarci. In questo caso specifico interpreta non solo un futuro evento internazionale (Expo), ma va oltre dettando un suo punto di vista sulla situazione (spesso cavalcato dalla cronaca quotidiana), in maniera forse più esplicita di mille articoli giornalistici.

 

Il primo aprile i brand si prendono sul serio perché se è vero che strappano il sorriso è anche vero che la data in calendario alimenta il principio cardine del ricordo in associazione ai brand values, essenza fondamentale dell'essere marchio oggi.

 

Concludendo, vi segnalo il link all'album fotografico di Brandforum dove sono stati raccolti alcuni interessanti "pesci" che vi strapperanno sicuramente il sorriso, ma che al tempo stesso vi faranno pensare: https://www.facebook.com/brandforum/media_set?set=a.923155391040619&type=1&pnref=story

 

Diego Parati, studioso da sempre del mondo digitale, fondatore dello studio 34comunica, copywriter da anni e brand manager di "Moto Vanoni". Motociclista, si definisce un risolutore di problemi che a lavoro finito corrispondono a piani comunicazione, brand e moto d'epoca.

 

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