Pubblicità  non è solo spot: la campagna per l’Associazione Italiana Malati Alzheimer
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Pubblicità  non è solo spot: la campagna per l’Associazione Italiana Malati Alzheimer
12/07/2002

La campagna per l’Associazione Italiana Malati AlzheimerIntervista: intervista al copy Paolo Razzini (membro della Redazione di Brandforum.it).

La campagna per l'Associazione Italiana Malati Alzheimer
Intervista al copy Paolo Razzini.

Pubblicità  non è solo spot, è la capacità  di coordinare tempi e strumenti al fine di far parlare di un qualcosa, far nascere discussioni, creare nuovi spunti di riflessione, sollecitare il dibattito, insomma la pubblicità  serve anche a sollevare l'attenzione su un argomento, un servizio o un valore, come in questo caso.

Sfogliando le pagine dei giornali usciti nella scorsa settimana non si poteva non notare la notizia circa una campagna che ha alzato un grosso polverone all'interno delle istituzioni e delle televisioni che avrebbero dovuto mandarla in onda.

Si tratta di uno spot dell'agenzia di Roberto Gorla per l'Associazione Italiana Malati Alzheimer, a cui ha collaborato in qualità  di copywriter Paolo Razzini che ha raccontato a Brandforum.it le principali tappe di elaborazione dello spot come momenti esaltanti e coinvolgenti.

"Il brief mi ha colpito subito, la sfida c'era e sarebbe stata sicuramente ardua. Sapevamo dall'inizio che per una campagna del genere non sarebbero mancati gli ostacoli ed infatti così è stato. Ai primi di luglio la campagna era visibile solo sui siti web del Corriere della Sera e di Repubblica, ma quello che conta è che ne hanno parlato tutti i giornali. Questo volevamo e questo è accaduto. Nel brief veniva denunciata l'indifferenza delle istituzioni davanti ad una malattia seria come l'Alzheimer. Il pericolo maggiore era quello di cadere nella scontata narrazione di una malattia, ma quello che avevamo intenzione di fare era ben altro. L'indifferenza è un sentimento che fa inevitabilmente delle vittime, per questo abbiamo deciso che i soggetti della nostra campagna sarebbero stati i due elementi chiave di tutte le denuncie sociali: le vittime e i "carnefici".

'Così abbiamo deciso di ambientare lo spot in Parlamento, ovviamente si tratta di un falso parlamento, l'aula magna dell'Università  di Pavia. Nel corso di un'accesa seduta parlamentare durante la quale è in atto una discussione sulla Giustizia, fa ingresso una persona anziana. Ha lo sguardo perso, sembra smarrito, nessuno lo nota finché non fa un urlo. È un urlo irrazionale, fuori luogo, proprio per questo fa paura, è un urlo che richiama l'attenzione dell'assemblea. L'uomo viene fatto accompagnare dai commessi fuori dal parlamento, mentre una voce fuori campo dice: «Quest'uomo ha una grave malattia, l'Alzheimer. Le istituzioni hanno una malattia più grave, l'indifferenza».

'Ci sono tutti gli elementi per fare di questa campagna una grande campagna. Abbiamo voluto parlar chiaro, per questo abbiamo scelto uno stile diretto e inequivocabile. Ma sono molti gli elementi che hanno contribuito alla buona riuscita dello spot. Infatti oltre allo script c'è la stupenda regia di Giuseppe Tornatore e la magistrale interpretazione dell'attore protagonista. Ma questa campagna ha qualcosa in più, cioè il contesto. Lo spot è solo una delle azioni di denuncia che continueranno fino al 21 settembre, giornata nazionale dell'Alzheimer. Abbiamo alzato un polverone e sapevamo di farlo. Sulle prime, Mediaset e Rai hanno bloccato la messa in onda dello spot, poi alcune piccole reti tv hanno scelto di mandarlo in onda; comunque per vederlo basta andare sul sito web del Corriere della Sera. Possiamo dire che le cose stanno andando bene, l'eco c'è e sta durando. L'AIMA aveva richiesto uno spot che facesse parlare! urlare se necessario. Così è stato. Stanno ancora urlando!"

Guarda lo spot sul sito dell'AIM http://www.alzheimer-aima.it/iniziative/spot_tornatore.htm 

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