W le organizzazioni lente e gli #SlowBoss
Slow Brand
W le organizzazioni lente e gli #SlowBoss
11/04/2016

Patrizia Musso, Fondatore e Direttore di brandforum.it
Nel mondo del lavoro perché dobbiamo continuamente tutti correre? E’ possibile rallentare, ogni tanto, applicando un approccio da #slowBrand? Esistono #SlowBoss?

Presto che è tardi! È tardi, sai? Io sono già in mezzo ai guai!
Neppure posso dirti "ciao": ho fretta! Ho fretta, sai
?”

https://www.youtube.com/watch?v=pvmnB2pg3TQ
 

Così esordiva nei lontani anni ’50 un personaggio di un noto film di Walt Disney (Alice nel paese delle Meraviglie, nato nel 1862 dalla fantasia dello scrittore Lewis Carroll) che mi ha sempre affascinata: il Bianconiglio, un buffo, rotondo, coniglio con tanto di panciotto e con un grosso orologio a cipolla in mano.

 

Correva, allora, per rispondere alle aspettative della sua boss-la Regina di Cuori, pronta a tagliar teste a chiunque non rispettasse i suoi desideri. E Alice, con il suo disarmante pacifico sguardo, non riusciva a trovar ragione di cotanto stress..

 

 

Un po’ come un’Alice 3.0, da qualche anno a questa parte provo a guardare il mondo delle imprese con lo stesso approccio: perché dobbiamo continuamente tutti correre?

Le persone-Bianconiglio mi rispondono come negli anni ’50, palesandomi la presenza di tanti brand-Regine di cuori: c’è la crisi, i mercati sono dinamici, l’evoluzione è continua… Ma, dal mio punto di vista, essere #slow – quindi avere il coraggio di rallentare a livello organizzativo –  non significa né fermarsi né non essere in grado di stare al passo con il cambiamento. Vuol dire invece trovare, tutti, una modalità di lavoro più a misura d’uomo. Tutti siamo stufi di correre, sottoscritta compresa. Tutti sogniamo di avere più tempo, per far meglio (non meno) le cose.

 


E allora ben vengano le aziende che oltre a contemporanee dinamiche di welfare (maggiordomo aziendale, asili interni, orari di lavoro flessibili, volontariato aziendale, corsi di yoga e pilates….), mettono in campo momenti di riflessione (quindi trovano “nuovi” tempi) anche per discutere di tematiche che vanno ad accrescere il senso del progetto di vita lavorativa (futura o attuale). Al proposito, avevo trovato interessante la partecipazione di Luxottica al dibattito aperto “Il Tempo delle Donne”, ideato dal Corriere della Sera alla Triennale di Milano qualche anno fa. Come si leggeva nel comunicato aziendale: “Matrice comune dei racconti: l’importanza di individuare la propria, personale vocazione per costruire, in modo coerente, il proprio percorso lavorativo e progetto di vita. (…) Luxottica, da sempre impegnata nella valorizzazione del talento e nello sviluppo di progetti a sostegno della leadership femminile (il 35% delle posizioni chiave in azienda è affidato a manager donne), porta la testimonianza di..” (Fonte: http://www.luxottica.com/it/vocazione-lavoro-progetti-vita-tempo-donne)


Una scelta che se da un lato manifesta un tratto di coerenza del brand (vista la sua attenzione al tema della leadership femminile), dall’altro rivela concretamente la sua disponibilità a dedicare del tempo anche a momenti di scambio di idee. Proprio questo è uno degli elementi – a mio parere – chiave dell’essere (anche offline) uno #SlowBrand, visto il già elevato tempo dedicato alle conversazioni fra aziende/persone nel mondo online.

 

 

Dal mio punto di vista, quindi, essere marcati come “organizzazioni lente” diventa un complimento, motivo di orgoglio, e apre una nuova prospettiva di business-etico alle imprese del futuro. Non a caso, dallo scorso anno, brandforum.it promuove un evento culturale inedito: lo Slow Brand Festival (realizzato in collaborazione con Bruno Contigiani, Fondatore dell’Associazione L’Arte di Vivere con Lentezza, e con la partnership istituzionale di ALTIS e ALMED dell’Università Cattolica di Milano).

Si tratta di un momento di dibattito aperto, che si propone anche di festeggiare e premiare quei brand, grandi e piccoli, che con coraggio e lungimiranza cercano di allontanarsi dal modello del brand Regina di Cuori per abbracciare un nuovo senso d’impresa, pur senza dimenticare il senso di profitto che le anima. Esser #slow non significa certo trasformarsi nella Croce Rossa, rischiando di cadere nella storpiatura moderna del green washing, ma nel guardare alle persone che compongono il dna delle imprese, come tali: persone, non solo numeri.

 

 

(ph. Brandforum.it)

 


Quest’anno, visto il grande successo della passata edizione (v. http://www.brandforum.it/papers/1359/sbf-programma-dell-evento) proveremo a bissare con #SBF016 l’8 giugno dalle 14.30 (all’interno della X Giornata Mondiale della Lentezza), in una suggestiva cornice: un villino storico, nel centro di Milano in via S. Vittore 18, sede di ALTIS, nascosto alla vista dei più grazie al suo essere collocato all’interno di un parco …

 


La sfida di quest’anno è portare avanti il dibattito avviato la passata edizione coinvolgendo ancora una volta accademici, giornalisti e prestigiosi referenti di grandi ma anche piccole imprese (sovente lontane dai riflettori di mass e new media). Si può essere #slow attraverso la comunicazione esterna/adv (con spot creativi di qualità), il web (con la costruzione di approfondimenti, video lunghi…), i punti vendita (tramite la costruzione di esperienze che affiancano il momento di puro sales), ma anche tramite i modi di gestire l’organizzazione (e le persone che la animano). E al termine della serata, come lo scorsa edizione, proveremo a premiare ancora una volta gli Slow Brand del 2016, grazie alle nomination fatte da un gruppo di giovani under30. Perché, dopo tutto, gli Slow Brand dovranno rendere sempre più conto a loro, le nuove generazioni di lavoratori, attenti ai luoghi di lavoro (oltre alla giusta e sana remunerazione) e anche a come sono i loro capi.

 

Già, perché come recita l’esito (in estrema sintesi) di una recente ricerca dell’Università Bocconi (condotta in collaborazione con l'Inail, direzione regionale Lombardia): “Basta urla in ufficio: con il capo gentile si produce di più”.

Tra i casi positivi emergenti in questo ambito quello di Google con il motto di Larry Page, AD di Google, “Lavorare meno per vivere meglio”, che propone la necessaria riduzione dell’orario settimanale di lavoro per garantire un clima felice. Sono finiti dunque i tempi dell’elegia del manager costretto a lavorare oltre alle canoniche 8 ore per dimostrare le sue capacità? E ancora Benetton, che ha ideato un programma di affiancamento per le donne che rientrano dalla maternità e corsi di “educazione positiva” per genitori. Una soluzione che rivela “il lato oscuro” di quei dipendenti che hanno scelto di essere anche genitori oltre che lavoratori. Infine Cucinelli, la nota azienda del cachemire, che rimborsa ai suoi dipendenti le spese per cinema, libri e musei (Un bonus culturale sino a 1000 euro).  Perché anche il cervello ha bisogno di essere nutrito, in modo lento
(Fonte dei casi: http://www.eudaimon.it/wp-content/files_mf/1459847440Repubblica_5apr16.pdf).

 


Insomma, i modi per essere #slow sono tanti e diversificati, da tarare secondo la personalità di ciascun brand. Non esiste una ricetta unica per tutti, ma tante aziende, con coraggio, possono trasformarsi in eccellenti #SlowBrand, con la complicità di AD e Presidenti in grado di creare modelli di leadership “illuminati”.

 

Proprio all’interno di questo solco si inserisce una novità delle nomination: quest’anno infatti oltre agli #SlowBrand valorizzeremo comunicativamente anche gli #SlowBoss:  persone che a prescindere dal grado di anzianità aziendale, sono accomunati dal possedere un’elevata (e naturale) capacità di Leadership #slow, in grado di tenere i ritmi veloci e – quando serve – di introdurne di lenti (dedicati persino a momenti o eventi ludici!), che sanno essere gentili e sanno ascoltare le proprie persone anche seguendo una logica bottom-up.


Mi direte: ma un capo così in azienda non esiste!

 

Io ho la fortuna di averne incontrati già diversi in varie realtà italiane, grandi e piccole. Per proporre le vostre nomination (e motivazioni), potrete compilare in modo anonimo entro il 13 maggio 2016 il seguente form  http://www.surveygizmo.com/s3/2709592/Slow-Brand-Festival-2016-SBF016-Slow-Boss


 

 

Nella serata dell’8 giugno, grazie al lavoro di una Giuria Tecnica composta da giornalisti ed accademici, proclameremo anche lo #SlowBoss_SBF016

 

Se io avessi un mondo come piace a me, là tutto sarebbe assurdo:
niente sarebbe com'è, perché tutto sarebbe come non è, e viceversa!
Ciò che è, non sarebbe e ciò che non è, sarebbe
!" (Alice)
 

 

Per ulteriori info sull'evento e per gli aggiornamenti sui vari speaker della giornata: http://www.slowbrandfestival.it/

 

Per ulteriori info sul concetto di #SlowBrand http://www.francoangeli.it/Ricerca/scheda_libro.aspx?CodiceLibro=244.56

 

 

A cura di

Patrizia Musso

Fondatrice di brandforum nel 2000

Direttore Responsabile del sito dal 2001

Professore incaricato del corso annuale di Storia e linguaggi della pubblicità (Facoltà di Scienze Linguistiche, indirizzo in Lingue, comunicazione e media) presso l'Università Cattolica di Milano dove insegna sin dal 1997 (temi: Comunicazione d'impresa interna ed esterna, corsi di laurea Triennali e Magistrali, Fac. Scienze Linguistiche, Fac.Sociologia, Fac. di Economia e Commercio). Presso il medesimo Ateneo sin dal 1993 svolge altresì attività  di ricerca. Dal 2009 insegna altresì Forme e strategie della comunicazione digitale presso il Master in 'Comunicazione, marketing digitale e pubblicità  interattiva' promosso in collaborazione con IAB Italia.

Dal 2014 è Direttore Didattico del Master in Account & Sales Management, Università Cattolica di Milano.

Dal 1998 al 2017 ha collaborato con varie Università ed Enti di formazione ( docenza di Promozione della marca all'Università  IULM di Milano, docenza di Brand communication presso Master IED - area Comunicazione, Marketing & Pubblicità (sede Milano), docenza di Branding e Fenomenologia dei media presso la sede IED di Torino).

Vanta altresì una consolidata esperienza nel settore della consulenza strategica applicata alla comunicazione di marca e d'impresa (esterna e interna) e in quello della formazione aziendale. Dal 1998 al 2004 è stata ricercatore e senior trainer presso la società internazionale Arkema con sede a Parigi di Andrea Semprini, occupandosi di formazione strategica e di ricerche semiotiche applicate al brand  (tra i clienti Barilla, MaxMara, Manzoni ADV).

Dal 2005 opera come free-lance per realtà aziendali prestigiose, collaborando al contempo su specifici progetti di consulenza e formazione strategica con quotati enti e società del settore. Ha collaborato in varie occasioni con l'istituto di ricerca S3Studium come esperto in una serie di indagini Delphi, tra cui 2010: IL VOLTO DELL’ITALIA. Come evolverà il valore intangibile del “made in Italy” e della “Marca Italia” (Coordinamento scientifico Domenico De Masi e Innocenzo Cipolletta, ottobre 2006).

Dal 1993 è autrice di numerosi volumi e saggi dedicati alla comunicazione d'impresa e alla brand communication, tra i più recenti: 
nel gennaio 2017 ha pubblicato la nuova edizione aggiornata e ampliata Slow brand. Vincere imparando a correre più lentamente

Nel 2018, con Alessandra Olietti, ha scritto il volume per FrancoAngeli Turismo digitale. In viaggio tra i click

Nel 2020, con Maria Luisa Bionda, ha curato il volume per FrancoAngeli Brand Renaissance. Nuove tecniche per rivoluzionare la comunicazione organizzativa

Da gennaio 2014 a settembre 2015 è stata membro dell'Advisory Board dell'OBE - Osservatorio Branded Entertainment.

Dal 2017 è Direttore Scientifico di OBE, e cura la rubrica sul Branded Entertainment sulla testata NC-Nuova Comunicazione

Dal 2016 è membro del Council SuperBrands Italia

Nel giugno 2015 ha dato vita alla I edizione dell'evento Slow Brand Festival, in collaborazione con l'Associazione Vivere con Lentezza e la Fondazione Giangiacomo Feltrinelli. Dal giugno 2018 l'evento si tiene con la collaborazione anche di ALMED - Alta Scuola in Media, Comuncazione e Spettacolo - dell'Università Cattolica di Milano.

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