Come sopravvivere al lato oscuro di WhatsApp: guida pratica per aziende
News
Come sopravvivere al lato oscuro di WhatsApp: guida pratica per aziende
02/04/2021

DIGITAL

In un’epoca dove la sicurezza cede il passo alla “comodità”, le aziende devono fare i conti con Whatsapp, sempre più utilizzata per trasmettere dati sensibili e informazioni critiche per l’azienda. 

Nella società odierna le app di messaggistica hanno ormai preso il sopravvento, non solo nella gestione delle dinamiche relazionali di carattere privato, ma anche lavorativo: quest’ultimo aspetto ha portato alla luce problematiche difficilmente trascurabili, soprattutto se si tiene conto dell’introduzione a livello europeo del nuovo General Data Protection Regulation, noto come Gdpr, a partire dal 2018. Il Gdpr, infatti, prevede che debbano essere rispettati determinati standard in materia di privacy e tutela dei dati personali da parte di ogni azienda che li tratta. 

In effetti, prendendo in considerazione il sondaggio condotto da Federprivacy su un campione di circa 1000 professionisti e manager, risulta un allineamento in tal senso: nel 60% delle imprese intervistate esiste già una policy che disciplina le app di messaggistica, e sono previste anche sanzioni disciplinari in caso di mancato rispetto delle norme. Tuttavia, è altrettanto significativo riscontrare che, nella pratica, risulta che ben oltre il 70% degli impiegati utilizza app di messaggistica per condividere datisensibili e informazioni critiche dell’azienda, e il 52% di professionisti e manager d’impresa fotografa documenti di lavoro riservati e lispedisce tramite WhatsApp, ma uno su quattro di essi (24%) sbaglia destinatario. 

Si assiste dunque ad uno scontro tra teoria e pratica che ormai diventa sempre più pericoloso per le aziende, che di fatto “hanno perso il controllo dei propri dati personali a causa delle app” – afferma Nicola Bernardi, Presidente di Federprivacy – motivando la scelta dell’associazione stessa di stilare un apposito decalogo per aiutare le imprese a regolamentare l’uso di servizi aziendali di chat e messaggistica elettronica in conformità al Gdpr. Di fatto, risulta assolutamente necessario disciplinare queste pratiche, proprio perché ormai l’uso di app di messaggistica si è ormai radicato anche nell’ambiente lavorativo, in virtù della sua velocità e praticità: le app sono preferite dai dipendenti proprio perché risultano immediate e consentono di ovviare formalità e risparmiare così tempo, ma è proprio la fretta che porta ad una serie di disattenzioni e leggerezze che le aziende non possono permettersi. 

Sempre stando al sondaggio di Federprivacy a preoccupare maggiormente è il fatto che tra le informazioni scambiate tramite queste applicazioni vi sono password aziendali, dettagli delle carte di credito, dati dei clienti, piani strategici, informazioni bancarie e salariali, e persino risultati dei test Covid-19 dei dipendenti con relativi dettagli medici. Questo ultimo punto porta a sottolineare come anche la pandemia abbia contribuito ad un aumento dell’uso di WhatsApp e delle varie piattaforme online per motivi di lavoro, dando ulteriore impulso allo sviluppo di questa problematica. Di conseguenza risulta cruciale una disciplina puntuale, altrimenti – spiega Nicola Bernardi – “se le imprese non correranno presto ai ripari, sarà inevitabile assistere a una progressiva crescita di contenziosi e violazioni derivanti dall’uso irresponsabile di tali applicazioni”. 

In conclusione, come riportato nella premessa della Circolare 1-2021 (per ulteriori informazioni, clicca qui), solo una miopia organizzativa può tollerare una superficialità disposta a sottostimare e correre rischi così elevati di perdita della riservatezza, integrità e disponibilità del patrimonio informativo aziendale.

A cura di

Ti potrebbe interessare anche...

In collaborazione con ALMED, Brandforum.it organizza la VII edizione dello Slow Brand Festival, evento culturale realizzato con l'Associazione l'Arte del Vivere con Lentezza. La prima tappa sarà un workshop a porte chiuse.
Valfrutta e Disney hanno collaborato per la creazione di tre nuovi packaging per i frullati 100% Veggie della cooperativa bolognese, mettendo in risalto la figura di Topolino, rivisitata in chiave artistica.