Community Day: una giornata per scoprire i segreti delle community di successo
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Community Day: una giornata per scoprire i segreti delle community di successo
18/07/2022

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Scopriamo insieme il Community Day, un evento tenutosi il 1° luglio con lo scopo di esplorare i retroscena e le dinamiche che caratterizzano le community di successo.

Si è tenuto lo scorso Venerdì 1 Luglio presso BASE Milano il Community Day, primo evento nazionale gratuito per scoprire i retroscena e le dinamiche che caratterizzano le community di successo. L’incontro, organizzato da NewMi Srl – Società Benefit e a cui Brandforum ha partecipato, ha visto la presenza di prestigiosi community manager e ha lasciato spazio anche ad alcune community note sui social media affinchè potessero raccontare la propria esperienza e condividere alcune indicazioni.

La giornata è stata suddivisa in due momenti: in mattinata ci si è focalizzati sul concetto di community e sul ruolo del community manager grazie all’intervento di Sonia Sorrentino, Alessia del Corona, Andrea Amato e Elisa Saturno; nel pomeriggio hanno preso parola gli esponenti di alcune note community (tra cui Milano Da Scrocco, Milano in Bicicletta, i Greeners di Sorgenia).

Figura 1 – BASE Milano, Via Bergognone.

Community: una definizione in fieri

 
Ci si potrebbe chiedere cosa sia una community e a questa domanda ancora oggi si cerca di dar risposta. In generale è emerso durante l’incontro che “community” è un gruppo di persone che si riconoscono in una proposta di valore condivisa e che sentono un senso di appartenenza molto forte che porta i membri stessi a sviluppare anche un certo grado di responsabilità.

In una community le persone hanno voglia di dare la propria disponibilità per lavorare insieme e quindi per giungere a uno scopo comune che da soli non si riuscirebbe a realizzare.

È proprio dunque all’interno di queste particolare realtà che emerge con forza il tema dell’identità: i membri della community si riconoscono nell’identità della community stessa e, a loro volta, contribuiscono insieme a crearne una. Si tratta di un processo bidirezionale, articolato attorno a un valore condiviso: si andrà in maniera quasi fisiologica a creare una community intorno a quel contenuto.

Altro elemento fondamentale che caratterizza una community di successo è l’organizzazione a partire da policy condivise. Per esempio, le community che nascono “dal basso” hanno bisogno di andare oltre all’entusiasmo del singolo, contando su una guida solida che imponga delle regole uguali per tutti senza alcun tipo di favoritismo; ci sono anche delle community che nascono “dall’alto” per via di una richiesta da parte delle istituzioni, ma che in ogni caso per poter funzionare si basano su regole ben precise.

Indipendentemente dalla loro natura di costituzione di partenza si deve tenere a mente che le community non sono dei gruppi cristallizzati, ma delle realtà fluide, soggette a cambiamenti, scambi. Ci troviamo quindi di fronte a realtà dinamiche e per questo è necessario che sia presente qualcuno che sappia tessere i fili di questa rete così intricata: il community manager.

Figura 2 – Gli esperti intervenuti in mattinata, partendo da sinistra: Andrea Amato, Alessia del Corona, Sonia Sorrentino ed Elisa Saturno (foto di brandforum.it).

Il community manager, una figura ancora poco conosciuta ma fondamentale

 
Grazie agli interventi dei vari speaker presenti al Community Day siamo riusciti a ricostruire una sorta di carta d’identità del buon community manager.

Elisa Saturno, Community Designer per Collaboriamo, rivela che: “Ultimamente stiamo puntando molto su questa figura… sebbene non sia molto conosciuta in Italia”. Sicuramente importante, secondo la sua esperienza, un mix di soft e hard skills. La formazione è fondamentale, così come sapersi esprimere con doti da ottimo comunicatore. Inoltre Elisa aggiunge che deve avere una passione per le persone, sembra scontato ma non lo è: il community manager passa l’intera giornata a contatto con diverse persone, e deve saper strappare una risata ma allo stesso modo gestire eventuali insicurezze o malumori. Anche l’utilizzo della tecnologia deve essere centrale ed è fondamentale riuscire a gestire i canali fisici tanto quelli digitali, conoscere i software, monitorare e leggere i dati, saper ascoltare – anche tramite tool digitali ad hoc – quello che le persone dicono.

Sonia, responsabile della community di BASE Milano, racconta le doti che pensa che l’abbiano aiutata a emergere nel suo lavoro. La prima tra tutte è stata la “sincera curiosità nei confronti delle persone, di quello che fanno e di come vivono la loro vita”. Non a caso il lavoro di community manager è anche quello di cucire i rapporti tra le persone, mettere insieme individui che non si conoscevano, integrare e far interagire realtà diverse tra loro e interessarsi del percorso di ogni membro della community, cercando di far scaturire il buono da ogni relazione e capendo in che direzione andare.

Andrea Amato, Presidente e fondatore di WAU Milano, Vice direttore di sala presso il Teatro alla Scala, aggiunge poi la dote dell’empatia, per lui uno “strumento che permette di entrare in contatto con le persone, ascoltarle”. Il Presidente di WAU!Milano ci rivela che è necessario avere pazienza: il community manager nasce giorno per giorno, rapporto per rapporto, ci vuole del tempo.

La ricetta per una community stabile e coesa: cosa è emerso dal Community Day

 
Come accennato sopra, il tempo è prezioso perché permette di costruire dei rapporti duraturi e non superficiali, ed è anche un metro di misura della stabilità di una community: se col tempo le dinamiche cambiano ma la community rimane salda, si può dire: “prova superata!”. Questa la frase che potrebbero urlare a gran voce le community che sono salite sul palco del community day… ma come hanno fatto?

Figura 3 – Giorgia Zacco, community manager dei Greeners.

La prima portavoce è Giorgia Zacco, Community Manager di Greeners, un programma di loyalty multicanale promosso da Sorgenia. Greeners è un viaggio verso la sostenibilità grazie al quale i membri imparano ad avere comportamenti più virtuosi per l’ambiente. Si tratta di sostenibilità non solo ambientale, ma anche in termini sociali ed economici, alla cui base ci sono tre pilastri: consapevolezza, attivismo e senso di appartenenza.

La peculiarità di questo programma è che non si basa su una loyalty classica, di tipo passivo, ma è particolare poiché i membri sono coinvolti in maniera attiva (infatti grazie alle loro azioni ottengono dei greencoins). Insomma, grazie a Giorgia capiamo che la differenza la fanno proprio le persone!

Ilaria Fiorillo, Content Creator di Milano in Bicicletta da due anni racconta Milano, una pedalata alla volta, diventando il punto di riferimento per chi già si muove in bici e per chi sogna di farlo. Tra un post sui social e un tour in bicicletta promuove la mobilità sostenibile. Lei rivela che “Pur essendo una grande community l’interazione è reale e sentita. Organizzo dei tour e le persone partecipano molto, non è solo una community social ma ci sono persone che partecipano attivamente e si creano relazioni, e questo è bellissimo.” Ilaria racconta di aver aperto la pagina social per un corso di studio che stava frequentando e che non si sarebbe mai immaginata un riscontro tale. È stata molto abile inoltre a capire fin da subito che, dato il diverso target di utenti, sarebbe stato il caso di gestire una pagina sia su Facebook che su Instagram, non limitandosi a un solo social.

Gli esponenti di Milano da Scrocco confessano che importante per crescere è stato il passaparola, offline ma anche online: alcune pagine (conosciute e non) li taggavano nei propri contenuti e in questo modo le persone incuriosite iniziavano a seguirli. Allo stesso modo tra amici, colleghi, conoscenti si parlava di questa nuova pagina. Da ormai 4 anni, questa community è un punto di riferimento per scoprire le migliori novità, eventi ed iniziative in città. Tra Instagram, Sito, Facebook, Telegram e TikTok conta una vasta community di più di 200mila persone.

Figura 4 – Da sinistra, Alessio Ferrantino e Giada Lanzotti per Milano da Scrocco (foto di brandforum.it).

Conclusioni sul Community Day

 
In conclusione, grazie alla partecipazione al Community Day abbiamo notato che tre sono i termini chiave per il successo di una community:

  • Adattamento, poiché è importante seguire i trend e le mode del momento, regolandosi di conseguenza e stando al passo con i tempi;
  • Coinvolgimento, perché se i membri della community si sentono coinvolti sicuramente ci sarà più partecipazione attiva e maggior affiatamento tra di loro;
  • Innovazione, perché migliorare vuol dire discostarsi dal punto di partenza e, se necessario, cambiare il proprio punto di vista.

 

Si ringrazia Rebecca Rebughini, studentessa CIMO – Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, per aver collaborato alla realizzazione e alla stesura di questo paper.

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