Crusco’s: il Made in Italy lucano verso il mercato globale
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Crusco’s: il Made in Italy lucano verso il mercato globale
16/03/2015

Sapere Lucano lancia verso il mercato internazionale Crusco’s, il primo franchising lucano basato sul food, con l’intento di far conoscere una parte d’Italia nel mondo.    L’obiettivo è infatti la valorizzazione delle eccellenze eno-gastronomiche – e turistiche – della Basilicata, due dei principali cardini alla base dell’esportazione del Made in Italy all’estero.   Crusco’s si […]

Sapere Lucano lancia verso il mercato internazionale Crusco’s, il primo franchising lucano basato sul food, con l’intento di far conoscere una parte d’Italia nel mondo. 

 

L’obiettivo è infatti la valorizzazione delle eccellenze eno-gastronomiche – e turistiche – della Basilicata, due dei principali cardini alla base dell’esportazione del Made in Italy all’estero.

 

Crusco’s si propone di farne apprezzare in particolare la storia, le emozioni, i colori, i profumi e le sensazioni del territorio.
Per questo motivo Sapere Lucano ha puntato molto su questo brand che per sua natura si presenta come uno street food d’eccellenza e si declina in due varianti: una più nomade che vede un baffuto e gustoso “Pépero” viaggiare tra le strade del mondo a bordo di un’Ape, e il suo alter ego concepito invece per stanziare nelle città e nei borghi di tutto il mondo.

 

Il primo sorgerà a Colombo (in Sri Lanka) e a breve sono previste altre due aperture a Matera e Potenza.

 

Da un lato quindi lo store fisico, che diventa un punto fermo di contatto con i sapori e la tradizione lucana, dall’altro la dinamicità e la temporalità ridotta dello street food su tre ruote che attira chi non vuole perdere l’occasione di approcciarsi alla gastronomia della Basilicata, seppur per un breve periodo.

 

In questo modo le esperienze cognitive e sensoriali legate al brand e ai suoi prodotti contribuiscono a farne aumentare l’interesse e l’attrattività, donando agli stakeholder coinvolti una brand experience a tutto tondo.

 

L’avere come target sia il mondo b2b (aprire Crusco’s in franchising in Italia e all’estero) sia b2c (vetrina per i consumatori) permette di perseguire gli obiettivi commerciali attraverso una “formula esperienziale” che combina le leve economiche con l’esperienza gastronomica.

 


Per lanciare questo innovativo e sfidante progetto qualche settimana fa è stato organizzato un roadshow, “Gustati un Pépero”, a Cecilia di Tito (Pz). All’evento era presente anche l'amministratore delegato di Sapere Lucano, Giovanni Pirrone, che ha sottolineato come “i nostri produttori sono emotivamente coinvolti, il resto è fatto da passione e competenze, da strutture adeguate in grado di analizzare il mercato e fare marketing funzionale a tutti gli obiettivi di Sapere Lucano. In questo contesto Crusco’s è il nostro alfiere perché è semplice ed immediato. Può entrare subito nelle strade di Pechino con un’Ape ed iniziare a raccontare e vendere la Lucania. È questo il circolo virtuoso del Sapere lucano”.

 


Oltre a Crusco’s, attorno al mondo di Sapere Lucano, gravitano altre sette realtà che ne definiscono l'asset imprenditoriale. La piattaforma di e-commerce “Il Sapere a casa tua” mette a portata di click i sapori della Basilicata. “Via Brera” si presenta come la finestra italiana e lucana in Asia, mentre “Senise Food” si concentra su Europa e America. “Bring Up!”, invece, dona spazio alle professionalità dei giovani – tra architetti, designer, esperti di comunicazione e strategie di vendita – che, come veri e propri Business Angels, si mettono a disposizione delle aziende di Sapere Lucano. “Dge Europe” funge da supporto ai soci, individuando finanziamenti europei, nazionali e regionali, mentre “Go On” è formato da un team di professionisti in materia di strategie finanziarie. La dimensione turistica del brand è affidata a “Scire”, che vuole far rivivere i borghi lucani trasformandoli in “Capitali del Sapere Lucano”, generando incoming da tutto il mondo.

 

Crusco’s, pertanto, diventa non solo un’occasione di business fuori dagli schemi tradizionali riunendo i produttori attorno ad un panino per renderli riconoscibili all’estero, ma può trasformarsi parallelamente in un’importante leva di marketing territoriale, con la prospettiva di avere poi un ritorno in termini turistici.

 

Senza dubbio un interessante tentativo di legare la tradizione del passato con lo sguardo innovativo verso il futuro. Non ci resta che attendere i primi risultati, che ci auguriamo possano essere positivi per aumentare l’appeal del Made in Italy dentro e fuori il territorio nazionale.

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