Patrizia Musso, Direttore di Brandforum
Tutto scorre veloce al tempo del web. Eppure sempre più brand (anche in Italia) scelgono di intraprendere un cammino di comunicazione in chiave #Slow. Quali i punti di forza? E le possibili criticità?
La tecnologia ci ha abituati all'illusione di poter fare tutto, simultaneamente e in poco tempo. Tutto scorre veloce al tempo del web.
Eppure, in controtendenza rispetto al trend del fast life contemporaneo, una nicchia socio-culturale sempre più crescente avanza richieste "slow".
Osservando il mondo del branding – da sempre caratterizzato da dinamismo, velocità e iperconnessione – non possono passare inosservati alcuni segnali insoliti: complice la crisi economica, alcuni brand stanno rallentando e allungando i tempi di contatto con i propri stakeholder, creando nuovi spazi fra on e off line, in un'ottica più a misura d'uomo.
Ecco allora in tv la crescita delle fiction pubblicitarie seriali in chiave strategica e non semplicemente tattica (come Mulino Bianco con Antonio Banderas), sul digital la crescita di lunghi e impattanti prodotti audiovisivi (come Prada – "A Therapy http://www.youtube.com/watch?v=-gl-kaGumng con protagonisti Helena Bonham Carter e Ben Kingsley o Dior con il progetto "Lady Dior" http://www.youtube.com/watch?v=YfyGjy5ajF8 interpretato da Marion Cotillard) che si collocano a metà strada fra la corporate communication e il cortometraggio artistico.
O ancora le organizzazioni che declinano la dimensione #Slow all'interno delle mura aziendali con iniziative che coniugano istanze di CSR con quelle di Welfare Aziendale (da Luxottica a Loccioni). E infine si moltiplicano gli #SlowSpaces, evoluzione naturale degli spazi parlanti, dove la dimensione dialogica prende ancora più il sopravvento andando a costituire il negozio come un vero e proprio momento di relazione fra brand e consumatori, da un momento di vendita alla vendita di momenti/esperienze (anche da condividere con altri utenti grazie ai social).
Come si diventa slow brand? Quali i punti di forza e le criticità?
Queste le premesse che mi hanno portato a scrivere un volume ad hoc, dove mettere a fuoco questa dimensione innovativa, che sembra voler rispondere (in modo responsabile ed efficace) non solo alla crisi economica in atto ma anche alle esigenze socio-culturali del momento. 4 sono le aree tematiche analizzate nel libro e che ne costituiscono i capitoli portanti:
1) le slow advertising (da Carosello Reloaded agli spot del Super Bowl);
2) gli slow places (dai nuovi punti vendita ai musei aziendali fino alle location – di lusso- dedicate al benessere);
3) le slow factory (che coniugano Internal Branding, Welfare aziendale e CSR);
4) il paradossale slow web (dai cortometraggi digitali brandizzati ai loop comunicativi con il mondo off line).
Tra i brand che ho analizzato come #slowbrand per le loro inedite scelte comunicative (tra strumenti on e off line) si ritrovano: #Dior, #Prada, #Hermes, #Heineken, #Jaguar, #Audi, #CocaCola, #MulinoBianco, #Conad, #Tesco, #NTUCFairprice, #Loccioni, #Intel, #Toshiba, #Dove, #EnelEnergia…
Ho scelto di concludere ciascun capitolo con l'applicazione del concetto di slow brand a settori ed aree di frontiera come la CSR per la slow ADV, le utilities per gli slow places, il mondo del business-to-business per le slow factory, l'area dei digital mag lanciati da importanti brand del settore lusso per lo slow web.
Il volume propone inoltre un inedito serbatoio di casi nazionali e internazionali di settori merceologici molto diversi, a uso di studio e di lavoro, che sono costantemente aggiornati nella pagina Facebook dedicata al volume #SlowBrand https://www.facebook.com/pages/Slow-Brand/494439150645861?fref=ts
Per ulteriori informazioni sul volume si rimanda inoltre alla pagina ufficiale dell'Editore FrancoAngeli http://www.francoangeli.it/Ricerca/Scheda_libro.aspx?CodiceLibro=244.56
L'introduzione al volume è scaricabile qui http://www.francoangeli.it/Recensioni/244p56_RX.pdf
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Patrizia Musso, tra i maggiori esperti e studiosi italiani di external e internal branding, ha ideato e dirige dal 2001 Brandforum.it, osservatorio culturale sul branding. Dal 1993 insegna presso l'Università Cattolica di Milano (in particolare è docente incaricato di "Storia e Linguaggi della pubblicità" e insegna presso il Master ALMED/IAB sulla Comunicazione, Pubblicità Digitale "Forme e Strategie della comunicazione digitale"). Consulente strategico per diverse aziende e senior trainer, ha al suo attivo numerosi articoli sui temi della comunicazione di marca e d'impresa; per FrancoAngeli è autrice di I nuovi territori della marca (2005, 2a ristampa 2009), Internal Branding (2007) e Brand Reloading (2011, ristampa 2012), Slow brand (ottobre 2013)
https://twitter.com/MussoPatrizia