Alessandra Olietti, Redattore junior Brandforum.it
Grande successo per Bookcity Milano 2012: eventi e workshop per riscoprire il piacere della lettura, far nascere nuovi scenari e conoscere l’universo che ruota attorno al mondo del libro.
Tre giorni, dal 16 al 18 novembre, ricchi di eventi volti a sensibilizzare il piacere per la lettura e a far conoscere l’universo – spesso complicato – che le ruota attorno. Questo è stato Bookcity Milano 2012, una manifestazione corale che ha messo al centro il libro.
Bookcity si è snodato in diversi spazi abbracciando tutta la città, dai luoghi più culturalmente legati alla lettura (come le librerie Mondadori, la Fondazione Rizzoli Corriere, La Triennale, il Palazzo Reale, le librerie grandi e piccole sparse per Milano, i teatri, le biblioteche, le scuole) ai luoghi più “insoliti” come le pasticcerie storiche milanesi, i ristoranti e le stazioni della metropolitana.
Portare quindi il piacere per la lettura ovunque, anche in luoghi inusuali, per far nascere nuovi scenari culturali, così da lanciare il messaggio che i libri possono diventare una valida alternativa ai classici momenti di evasione.
Workshop AIE
Tra gli interessanti eventi in programma, due hanno suscitato la nostra attenzione. Si tratta di workshop organizzati dall’Associazione Italiana Editori (AIE) centrati sul mondo dell’editoria, in cui si è analizzato come sta cambiando questo settore e quali sono le nuove posizioni ricercate.
All’evento erano presenti molti studenti universitari, come “rappresentanti ufficiosi” della nuova generazione di editori, ovviamente nativi digitali.
Per far immergere i presenti nel panorama editoriale, Giovanni Peresson (Ufficio studi AIE) ha fornito alcuni dati interessanti: sono circa 3 miliardi i libri e i contenuti digitali venduti in Italia annualmente, cifra che fa dell’editoria (narrativa, ma anche professionale, turistica, didattica) la prima industria culturale, di cui il 4,8% del valore è rappresentato dalle risorse digitali.
Peresson ha illustrato come oggi il libro, in tutte le sue forme di fruizione dal cartaceo al digitale, rappresenti il primo anello della “catena del valore”: da esso nascono infatti altri contenuti (film, merchandising, notizie, pagine sui social network) che contribuiscono ad aumentarne il suo valore finale.
Fase di transizione
Il panorama attuale si presenta come molto variegato e complesso. Oggi le case editrici devono essere in grado di fornire contenuti che vengono veicolati in varie forme e fruiti attraverso molteplici strumenti (tablet, e-book, smartphones); per questo un “buon editore” non si occupa più solo di scovare nuovi autori, ma deve anche essere in grado di conoscere e sperimentare nuovi modi per veicolare i contenuti, stando attento alle nuove esigenze dei lettori, per individuare una produzione apprezzabile e in grado di generare lucro.
Molto materiale cartaceo viene oggi sostituito dal web e servono quindi nuove professioni che si affiancano all’editore: esperti in programmazione o in montaggio video, tecnici audio, creativi multimediali. L’obiettivo è unire le diverse capacità delle varie figure per creare una figura “ibrida”, che diventerà nel tempo una figura professionale completa.
E’ una fase di transizione questa a cui stiamo assistendo, in cui serve un reloading delle competenze perché si sperimenti la contaminazione tra tradizione e innovazione, così da scoprire nuove realtà. Su questo punto Ermanno «Gomma» Guarnieri (Feltrinelli), ha sottolineato come sia importante “un’unione funzionale di vecchio e nuovo”: strumenti tradizionali e nuove tecnologie possono aiutare, se usati in sinergia reciproca, a conoscere e sperimentare nuove modalità di veicolazione dei contenuti sui nuovi canali.
È sempre più importante capire le nuove tecnologie digitali e sfruttare le loro peculiarità per comunicare nel miglior modo possibile. Guarnieri propone una visione della comunicazione a due livelli distinti, uno primario che rappresenta “cosa si vuole comunicare” e uno secondario che contempla “con chi si vuole comunicare”: la rete favorisce il passaggio dal primo al secondo livello in modo semplice e veloce, perché permette di far arrivare contenuti prescelti, ad un target preciso che si suppone sia interessato alla comunicazione in questione.
Diventa necessario un monitoraggio continuo sulla realtà: dal mercato di distribuzione al target di riferimento, per capirne esigenze e aspettative.
Tecnologie digitali e nuovi modi di comunicare sul web
È innegabile che le nuove tecnologie oggi siano molto utili: facilitano la comunicazione tra editori e autori, ma anche il rapporto con la filiera distributiva, velocizzano i processi di creazione e promozione, permettono di comunicare alla pari con il pubblico di riferimento.
E’ quindi più che mai importante, come ha affermato Cristina Mussinelli (responsabile editoria digitale AIE), selezionare le tecnologie utili per i vari scopi, senza abusarne snaturando la cultura del libro.
Adattarsi e seguire le nuove regole “imposte” dalle nuove tecnologie, come ha asserito Silvia Frattini (consulente editoriale e redattrice multimediale), è il punto di partenza per la comunicazione editoriale sul web. Frattini, per esporre la sua posizione, si è basata sull’articolo di Jakob Nielsen del 1997 “How users read on the web”, da cui emerge come sia importante adattare i contenuti sui supporti digitali. Per fare ciò è importante partire dalla lettura: sul web infatti non si parla più di lettura sequenziale e immersiva, si parla piuttosto di libera esplorazione della pagina, dove il lettore diventa il protagonista poiché sceglie cosa leggere e cosa no, è lui che costruisce l’informazione. Bisogna allora pensare ad una maggiore interazione con il testo in cui immagini e parole dialogano tra loro.
Tutto questo però non basta, oggi si parla infatti molto di fruizione mobile, per esempio su smartphone, ipad, il che comporta un ulteriore adeguamento: in riferimento al più attuale articolo di Jakob Nielsen del 2011 “Mobile content: if in doubt leave it out”, è emerso come sia fondamentale adattare i contenuti ai nuovi dispositivi e alle nuove modalità di lettura. Leggere diventa un riempitivo del tempo e la fruizione dei testi sempre più veloce.
E’ necessario quindi selezionare le informazioni principali, fornire link per chi vuole approfondire ed entrare maggiormente nel dettaglio, scrivere testi leggibili (spazi tra i paragrafi, micro contenuti, frasi semplici, parole in grassetto, utilizzo di immagini), scrivere con una buona chiarezza espositiva e utilizzare uno stile chiaro e diretto. Da non sottovalutare è poi l’importanza di fornire rimandi ai social network per sentire la voce della rete, comunicare direttamente con i lettori, sentire i commenti e crescere con essi.
Editoria digitale
L’utilizzo di nuovi supporti per veicolare i contenuti, implica la nascita di nuovi formati e un nuovo modo di intendere l’editoria. Gianfranco Cordara (Publisher presso Disney e insegnante di scrittura creativa all’Università Cattolica di Milano) definisce questa nuova fase come editoria digitale, di cui ne distingue tre livelli.
Un primo e basilare livello consiste nel vedere l’editoria commerciale come un canale di distribuzione (e-book e supporti simili) per contenuti trasposti da cartaceo a digitale.
Il secondo invece considera il digitale come un prodotto: si parte da un testo tradizionale e si aggiungono delle peculiarità date dalla digitalizzazione, come ad esempio l’interattività (libri interattivi in cui si può giocare con i contenuti).
Il terzo e ultimo livello consiste nel considerare l’editoria digitale come la creatrice di prodotti nati per la sola fruizione digitale: libri interattivi multimediali, che non sono la trasposizione da cartaceo, nei quali il digitale diventa sia ambiente che medium.
Case editrici: Marcos y Marcos e BAO Publishing
Durante i due workshop i rappresentanti di due case editrici hanno esposto la loro storia e la loro dedizione verso il mondo della lettura e dell’editoria. Nello specifico per Marcos y Marcos (fondata nel 1981) erano presenti Claudia Tarolo e Marco Zapparoli, per BAO Publishing (casa editrice del fumetto nata nel 2009) Caterina Marinetti e Michele Foschini.
La passione per la lettura, per la materia in questione e la forte curiosità sono gli elementi che hanno dato vita a queste due realtà, seppur nate in contesti e anni diversi. Sono molte le cose in comune, come la “partenza difficile” in quanto erano pochi i mezzi a disposizione, ma tanta era la voglia di scoprire. Dalle solide basi si è poi pian piano creata una rete capillare di distribuzione, in cui gli autori pubblicati sono stati attentamente selezionati per farli crescere seguendoli e supportandoli personalmente, sia nella fase di creazione che in quella di promozione.
Dal racconto delle loro esperienze è emersa una grande passione verso quello che fanno, una “maniacale” attenzione ai dettagli per non snaturare un libro in favore del successo commerciale. Il lavoro sui contenuti e lo stretto legame con i librai sono fondamentali per una casa editrice, in particolare per Marcos y Marcos che mira a promuovere varie iniziative per favorire l’interazione diretta tra il mondo dei lettori e quello degli editori/librai. BAO Publishing vuole invece riuscire a creare sinergia tra i vari ruoli all’interno della casa editrice, così da poter crescere rapidamente.
Consigli
Al termine dei due incontri, i relatori non hanno disdegnato di lasciare qualche consiglio per chi vuole approcciarsi al mondo dell’editoria. La parola chiave è curiosità: non limitarsi a quello che si è appreso da una buona formazione di base – che sicuramente può fare la differenza – ma andare oltre, essere curiosi, sperimentare, partire dalle proprie passioni e coltivarle per farle diventare skills distintivi per una futura carriera. Accettare le sfide e capacità di adattarsi faranno poi il resto.