Employee Centricity Focus: i processi di Employer Branding promossi da EY
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Employee Centricity Focus: i processi di Employer Branding promossi da EY
02/09/2021

BRAND RENAISSANCE
COVID-19
DIGITAL

Prima e soprattutto dopo l’avvento del Covid-19, molti brand hanno mostrato una crescente attenzione verso i propri dipendenti: ecco alcuni casi aziendali in cui sono state sviluppate efficaci iniziative di Employer Branding.

Il nostro Osservatorio ha avviato una raccolta sistematica di best practice nell’ambito dell’Employer Branding, con l’intento di evidenziare iniziative, avviate sul territorio italiano (e non solo) sia prima che dopo l’avvento del Covid-19, capaci di sviluppare efficaci strategie di Employee Engagement, sia on sia offline.

Si tratta di casi appartenenti a Industry diverse, che hanno avviato diverse iniziative volte a ingaggiare i propri dipendenti: nella scorsa puntata abbiamo raccontato il caso di ENI, mentre iIn questo secondo episodio, vengono prese in considerazioni le attività di ascolto dei dipendenti promosse dal network mondiale EY, sia nella fase pre che post Covid 19.

Il caso EY: la fase pre e post Covid 19, Better begins with you!

EY è un network mondiale che offre servizi professionali di consulenza direzionale, revisione contabile, fiscalità e transaction. In Italia conta circa 5.000 dipendenti (di cui il 48% sono donne) con un’età media di circa 30 anni. È un’azienda che si occupa del benessere sia dei propri clienti, sia dei propri dipendenti. Infatti, l’obiettivo che EY si è posto (e che è anche il suo payoff) è “building a better working world”, che significa sia costruire un mondo lavorativo migliore sia creare un mondo dove le persone lavorino meglio.

Secondo le parole di Carmine Di Sibio, EY Global Chairman e CEO: “Sono le persone che danno vita al nostro obiettivo di costruire un mondo lavorativo migliore nei modi più stimolanti”. In continuità con questa mission ha, quindi, lanciato il progetto Better begins with you, un programma di premiazione globale che prevede di dare un riconoscimento a quei dipendenti “who have found inspiring ways to build a better working world”. Lo slogan usato per celebrare le persone di EY è il seguente: “Better me. Better us. Better working world”.

La sede Milanese di EY, che si trova in Via Meravigli (credits @EY)

Per avvicinarsi meglio alle esigenze del proprio personale, che ha espresso la necessità di avere uno spazio accogliente, funzionale, rispondente ai bisogni di tutti, EY ha deciso di inaugurare nel 2016 una nuova sede a Milano, che si trova in Via Meravigli. Per quanto riguarda l’Employer Branding, la scelta di questo tipo di sede ha inciso molto in un’ottica di attrazione verso nuovi dipendenti, in quanto EY ritiene che puntare su spazi innovativi e accoglienti abbia un ruolo chiave nell’aumentare il benessere delle persone che vi lavorano. Allo stesso tempo, queste condizioni favoriscono l’inclusione e la collaborazione, stimolando uno scambio di idee tra le persone.

Smart working e Covid-19: la soluzione di EY

In seguito all’avvento del Covid-19, EY, in continuità con la sua mission, ha ideato alcune iniziative volte a coinvolgere, ma anche a sviluppare il potenziale dei propri dipendenti (come avevamo già accennato all’interno del paper “Brand ed emergenza sanitaria: nuove iniziative in ottica di Employee Centricity”).

Durante il suo intervento al webinar “Lo Smart Working e l’emergenza COVID spiegati ai nostri figli” del 1° aprile 2020, Silvia Zanella, Head of Employer Branding and HR Communications di EY Italia, Spagna e Portogallo, ha raccontato alcune iniziative realizzate da EY durante il primo difficile periodo di lockdown.

Sul fronte engagement, una prima iniziativa è “Il caffè virtuale”, un appuntamento fissato ogni giorno alle 11, dove chiunque voglia può partecipare e può trovare sempre qualcuno con cui chiacchierare. Un altro progetto è “La banca del tempo virtuale”, in cui ciascun dipendente si riserva 10 minuti al giorno oppure un’ora a settimana (in base alla propria disponibilità e al proprio carico di lavoro) dove mette a disposizione una propria passione o competenza (dalle ricette di cucina a esercizi di fitness). Le competenze dei dipendenti sono raccolte in un grande file Excel, dove viene indicato cosa vogliono condividere con i propri colleghi. Si tratta di iniziative utili (anche e soprattutto) per conoscere meglio i propri colleghi, che sono circa 6.000, dislocati su 17 sedi con service line diverse. Tra gli elementi fondamentali per mettere realmente al centro i dipendenti vi è l’ascolto: da qui deriva l’invito ai dipendenti di EY di raccontare sui loro canali Instagram (taggando poi l’Azienda) come lavorano in maniera smart. Per quanto riguarda la dimensione di learning, EY ha ritenuto opportuno approfondire il tema delle new ways of working (ovvero, letteralmente, “nuovi modi di lavorare”), per prepararsi al meglio al prossimo futuro.

Immagini dell’iniziativa “Better begins with you” (credits @EY)

I dipendenti di EY, in questo periodo, ad esempio hanno imparato a padroneggiare strumenti come Microsoft Teams (che permette di svolgere riunioni a distanza) oppure hanno approfondito temi come la remote leadership (ossia come gestire un team virtualmente). Non sono mancati, inoltre, approfondimenti sul tema della diversity reinclusion (definita “la diversità che accade”): come spiega Zanella, “da una diversity considerata solamente come l’introduzione di un team multigenerazionale, oppure l’accoglienza di culture differenti, si è passati a un delicato momento in cui si vive la diversità ogni giorno; quindi, i professionisti devono fronteggiarla accogliendo tutta una serie di competenze (come per esempio la resilienza, che in questo periodo deve essere messa in pratica in ogni sua sfumatura)”. Infine, di particolare interesse, sono risultati i momenti formativi dedicati ai temi della nutrizione, dell’allenamento fisico e della cura dei figli.

Inoltre, EY ha attivato diversi strumenti di listening interno, tra cui un Focus Group, dove ci si ritrova virtualmente a discutere di un particolare argomento o problematica riscontrata nella propria attività lavorativa a distanza, e delle vere e proprie Jam Session in cui i dipendenti vengono invitati a esporre eventuali problematiche e vengono poi ascoltati per capire come da un lato stiano vivendo la situazione e dall’altro come immaginano il loro modo di lavorare in futuro.

Inoltre, il 29 luglio 2020 si è svolto un Partner Meeting, il primo con un momento aperto a tutta la popolazione aziendale, che è stata la tappa conclusiva del percorso di ascolto attraverso il quale EY ha voluto raccogliere gli input di tutti i propri dipendenti su come vogliono lavorare nel loro New Normal. Questa “nuova normalità” si concretizza nell’EY Manifesto, che racconta in che modo lavoreranno: senza aver paura di sbagliare ma continuando a co-creare insieme il futuro, vivendo in maniera diversa l’ufficio e il lavoro ovunque saranno.

EY Manifesto (credits @EY)

Riflessioni conclusive

Molti sono stati i progetti realizzati da EY, sia prima che durante il lockdown, per mantenere unito il personale e per rafforzarne il senso di appartenenza. Il riscontro è stato molto positivo, in quanto i dipendenti hanno apprezzato gli sforzi fatti dall’Azienda per non farli sentire soli in un momento così difficile e complicato. EY si è dimostrata quindi essere un ottimo esempio da seguire per tutte le realtà aziendali che desiderano interfacciarsi con queste “new ways of working”.

I dati di questo paper risalgono a ottobre 2020. Stay tuned per ulteriori aggiornamenti!

A cura di

Giorgia Bresciani

Redattore Junior
Collabora con Brandforum da novembre 2018

Nel 2020 ha concluso con lode la Laurea Triennale in Scienze Linguistiche (con Profilo Lingue, Comunicazione e Media) presso l'Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano con una Tesi sulla valorizzazione comunicativa dello smart working pre e post Covid-19. Nell'ambito della sua Tesi Triennale ha altresì collaborato nella stesura di alcuni paragrafi del libro Brand Renaissance. Nuove tecniche per rivoluzionare la comunicazione organizzativa, scritto a quattro mani da Patrizia Musso (Founder & Director di Brandforum) e da Maria Luisa Bionda.

A settembre 2022 ha conseguito con lode la Laurea Magistrale in Scienze Linguistiche (con Profilo Media e Digital Management) presso l'Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, con una Tesi dal titolo "Brand, comunicazione e sostenibilità - Un questionario per l'autodiagnosi" (il progetto di Tesi, creato in due fasi, è stato realizzato in collaborazione con Brandforum.it). 

Attualmente è iscritta al XXXIX ciclo del Dottorato in "Studi Umanistici. Tradizione e Contemporaneità" presso l'Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, con un percorso di approfondimento in "Culture della comunicazione, media e arti dello spettacolo". Il suo Progetto di Ricerca verte sulla comunicazione delle Sale Cinematografiche e Polifunzionali ubicate nel territorio lombardo, con un focus sulla sostenibilità.

Appassionata di Logo Tales, nutre un particolare interesse per il tema della sostenibilità e le sue connessioni con il mondo aziendale. Segue inoltre con particolare attenzione gli sviluppi, le tecniche e le strategie legate al settore della comunicazione digitale.

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