Turismo lento: moda del momento o fenomeno in crescita?
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Turismo lento: moda del momento o fenomeno in crescita?
12/09/2018

Francesca Canevari, Network di Brandforum – in collaborazione con Alessandra Olietti, Senior Editor
Intervista ad una “viaggiatrice lenta” per capire da vicino le peculiarità di questo nuovo modo di intendere il viaggio

Non sono ancora disponibili i dati aggiornati, ma dalle ultime previsioni dello scorso luglio, Confesercenti stimava 218,9 milioni di presenze turistiche nel nostro territorio per l’estate 2018, ovvero ben 4,5 milioni in più rispetto al 2017. Tutti i turisti sono uguali?

Al di là di chi preferisce il mare, chi la montagna, chi i soggiorni culturali, è innegabile che negli ultimi tempi – come indagato nel volume “Turismo Digitale. In viaggio tra i click” – siano nati nuovi tipi di “turismi” in risposta alle mutate esigenze dei viaggiatori, che sono costantemente alla ricerca di nuove e memorabili esperienze. Tra queste tendenze, una particolarmente significativa è da riscontrare nel turismo lento, che potrebbe essere facilmente riassunta nell’applicare al viaggio una filosofia di vita “slow”, ovvero lontana dalla frenesia, attenta all’ambiente, etica e sostenibile, in contrapposizione al turismo di massa.

Un modo di entrare maggiormente in contatto con il territorio e con chi lo vive, con le tradizioni e con il “prendersi del tempo” per conoscere le particolarità nascoste di una destinazione. In questo scenario nascono nuove pratiche turistiche, come il cicloturismo e la mobilità lenta dei cammini, non a caso il 2016 è stato proprio insignito come l’Anno dei Cammini d’Italia. A questo proposito, abbiamo deciso di intervistare una nostra lettrice – Francesca Canevari – direttamente dal Cammino di Santiago.

Francesca, da dove nasce la tua passione per il “turismo lento”/slow tourism?

Sin da quando ero bambina i miei genitori mi hanno sempre fatto apprezzare il contatto con la natura, preferendo vita di campeggio o passeggiate in montagna ai villaggi turistici. Crescendo ho mantenuto questo stile di viaggio, cercando di esplorare diverse destinazioni con i miei piedi e dedicando tempo alla conoscenza di una località. Questa passione ha preso il sopravvento quando, un giorno, ho deciso di visitare Milano, la città dove sono nata e cresciuta: ho deciso di farlo come una turista e soprattutto a piedi. Perdendomi tra le sue vie ho scoperto tante di quelle bellezze che neanche immaginavo… ho capito quindi che per scoprire e conoscere meglio un luogo bisogna dedicarci tempo ed esplorarlo in modo “slow”.

Ph. Francesca Canevari

Raccontaci dei tuoi ultimi viaggi: sei stata in Asia e ora sei al Cammino di Santiago…

Da quando ho capito che amo girare il mondo e conoscere nuove culture in modalità “zaino in spalla” non riesco a farne a meno! Ho sempre avuto interesse a girare il sud-est asiatico ed era da diverso tempo che il lavoro che stavo facendo non mi bastava più. Mi sono quindi fatta coraggio e ho deciso di intraprendere un viaggio di 4 mesi, realizzando questo sogno nel cassetto con il mio fidato zaino da 15kg sulle spalle. Ho viaggiato con l’obiettivo di girare il più possibile a piedi o utilizzando i mezzi di spostamento usati dalle persone del posto, dormire nelle “homestay”, ovvero direttamente nelle case dei locali e mangiando nei ristoranti gestiti dalle famiglie, il tutto in un’ottica il più possibile slow. In questo modo ho imparato a vivere davvero un Paese apprezzandone la cultura locale, facendo lunghe chiacchierate con persone fantastiche che porterò sempre nel cuore ed esplorando territori stupendi. Trekking nella giungla, pellegrinaggi insieme ai credenti, festeggiamenti del capodanno buddhista, i sorrisi e i giochi con i bambini sono solo alcune delle meraviglie sperimentate in questa mia avventura. Dopo un mese dal mio rientro ho ripreso lo zaino alla volta del Cammino di Santiago. Un viaggio completamente diverso, ma altrettanto intenso. Un mese per percorrere 900 km a piedi, dai Pirenei francesi all’Oceano Atlantico.

Dal tuo punto di vista che valore aggiunto può dare al turista vivere le destinazioni in modo responsabile, lento e a stretto contatto con le popolazioni locali?

Secondo me scoprire il mondo “lentamente” permette di conoscere meglio e più in profondità una cultura e i territori di un Paese, sperimentando un’esperienza autentica che il turismo “fast” non sempre garantisce. Chi viaggia lentamente non è semplicemente un turista, ma diventa un viaggiatore, cioè colui che cerca qualcosa di più rispetto a chi visita i più famosi punti di interesse di un Paese, ma cerca al contrario di conoscerlo attraverso la scoperta di luoghi meno comuni o semplicemente meno nominati, e sperimentando sulla propria pelle la cultura locale.

Ph. Francesca Canevari

Come si comporta quindi un viaggiatore lento?

Preferisce curiosare a piedi, dormire e mangiare con le persone del posto, osservare e rispettare le tradizioni, quasi comportandosi come un locale. Inoltre, prediligendo la “mobilità dolce” piuttosto che gli aerei o pullman turistici; il viaggiatore conosce e sperimenta situazioni che altrimenti da turista non avrebbe vissuto. In Asia mi è successo diverse volte: dormendo nella casa delle persone locali, ho visto come questi vivono la quotidianità, ho mangiato con loro prodotti coltivati nelle loro terre e conosciuto i loro usi e costumi. Ricordo che a Bali ho cucinato insieme alla famiglia ospitante un dolce italiano e ho contribuito alla decorazione di una canna di bambù in occasione di una festività induista. Oppure, girovagando a piedi tra le vie di un villaggio mi sono trovata davanti ad una cerimonia funebre e ho assistito al rituale con i presenti. Mi vengono in mente anche tutte le volte in cui ho preso sgangherati e caotici pullman locali per gli spostamenti più lunghi, un’esperienza difficile da descrivere a parole, ma semplicemente da provare! Viaggiare lentamente permette quindi di vivere momenti unici che il turista solitamente non affronta perché difficilmente sperimenta esperienze che vanno oltre la visita delle “10 cose da vedere” di un Paese.

Ph. Francesca Canevari

Quale impatto pensi possa avere il turismo lento sul business legato alle destinazioni?

Visto il successo che sta avendo il turismo lento negli ultimi anni, è molto probabile registrare un aumento di chi sceglie questa tipologia di viaggio. L’afflusso di gente rappresenta, infatti, un risvolto economico positivo per gli esercizi commerciali che dovranno cercare di soddisfare i bisogni dei nuovi esploratori. Questo fenomeno, inoltre, può determinare una nuova promozione di quei territori che per molto tempo sono rimasti “inesplorati” o comunque frequentati in modo diverso. Pensiamo ad esempio al Cammino di Santiago: la maggior parte dei borghi lungo il cammino sopravvive grazie ad esso perché si è saputa adeguare alle richieste dei pellegrini (es: vitto e alloggio), riuscendo così a sviluppare del turismo in quei territori dove difficilmente ci sarebbe stato, senza però snaturarli.

Eventuali aspetti critici per le destinazioni se aumentano gli slow traveller?

Per poter promuovere il turismo slow le destinazioni dovranno sapere stare al passo dei cambiamenti e anticipare le necessità dei viaggiatori. Se le località non si adatteranno alle nuove richieste, non potranno pretendere di vedere un maggiore afflusso. Dovranno permettere agli slow traveller di viaggiare in modo lento, ad esempio rendendo disponibile una pista ciclabile, un percorso pedonale, sistemi per la raccolta differenziata o in generale servizi in grado di offrire un’esperienza di valore. Mi viene in mente la costruzione della famosa passerella sul lago di Iseo che collegava Sulzano alle isole di Monte Isola e San Paolo. In due settimane il lago ha ricevuto oltre un milione di visitatori che hanno esplorato posti di cui forse ne ignoravano l’esistenza. Tutto questo grazie ad un “ponte” di 3 km che ha permesso da un lato un enorme ricavo economico per queste località, dall’altro un’esperienza unica e di qualità per il turista.

Ph. Francesca Canevari

Quali suggerimenti daresti a chi vuole intraprendere per la prima volta questa pratica turistica?

Consiglio vivamente di vivere questa esperienza almeno una volta, per capire di persona cosa si prova. Informarsi prima della partenza è essenziale e inoltre non bisogna scoraggiarsi al primo ostacolo o al primo momento di fatica, perché quello che si ottiene da questo tipo di viaggio supera di gran lunga le difficoltà che si possono incontrare. Consiglio di prendere spunto da qualche libro, forum o blog di altri slow traveller.

Tue previsioni future sullo sviluppo del turismo slow…

Il turismo slow sta prendendo sempre più piede negli ultimi anni, inoltre il 2019 sarà l’Anno nazionale del Turismo lento. Secondo me, con la valorizzazione del territorio, la sensibilizzazione ad un turismo responsabile e il passaparola dei viaggiatori, questo fenomeno diventerà sempre più diffuso. Non sostituirà il “classico” turismo, ma immagino che l’attuale nicchia di viaggiatori slow diventerà sempre più ampia.

Ph. Francesca Canevari

Siamo quindi di fonte ad un trend che molto probabilmente aumenterà il bacino di chi vorrà sperimentare questo modo differente di guardare alla pratica turistica, che fa dell’esperienza con il territorio e chi lo vive il suo punto di forza. Brandforum continuerà a monitorarne lo sviluppo, con l’analisi di casi emblematici che potete segnalarci in Redazione.

Concludiamo la nostra riflessione con una frase di Francesca che a nostro parere ben riassume l’essenza dello #slowtravel (turismo lento): “E’ essenziale apprezzare le piccole cose e guardare il mondo con occhi diversi, ma soprattutto di viaggiare con il cuore”.

Potete seguire i viaggi slow di Francesca su Instagram: mywhitelaces

Francesca Canevari, 26 anni di passione per il viaggio: appena posso faccio la valigia, anzi, lo zaino e parto! Dopo una laurea in Relazioni Pubbliche e Comunicazione di Impresa e un Master in Account e Sales Management ho iniziato a lavorare nel mondo del marketing e delle vendite. Nel tempo libero amo informarmi su nuove mete da esplorare e organizzare itinerari per viaggi di qualsiasi tipo.

Viaggiare mi rende felice e appagata: sono troppo curiosa per starmene tra le mie mura senza vedere ciò che c’è fuori, dai nuovi paesaggi alle diverse culture. Mi piace perdermi tra le vie ed esplorare in modo insolito una località, conoscere le persone del posto e raccontare di un Paese con i miei occhi. Con una macchina fotografica, un quaderno su cui scrivere e nuove avventure sono la persona più felice del mondo! francesca-canevari@libero.it

A cura di

Alessandra Olietti

Redattore Senior 

Project Manager Eventi

Collabora con Brandforum da gennaio 2012

Forte interesse per la scrittura sul web e sui social, nonché per il mondo del brand, in particolare per le strategie comunicative applicate al business turistico. Su questa tematica nel 2018 ha scritto un libro per FrancoAngeli - "Turismo digitale. In viaggio tra i click" - con Patrizia Musso.

Dal giugno 2015 collabora nell'organizzazione di Slow Brand Festival, un appuntamento annuale - ideato dal Direttore di Brandforum - dedicato alle riflessioni sul fenomeno Slow in Italia. 

Si è laureata con lode presso l’Università Cattolica di Milano con una tesi magistrale sulla comunicazione aziendale attraverso gli spazi, riletta alla luce delle teorie dei media digitali e del marketing esperienziale. Attualmente è Docente a contratto presso il medesimo ateneo, nonché formatore e consulente aziendale

In Università Cattolica è inoltre Career Adviser (CIMO. Comunicazione per le imprese,i media e le organizzazioni complesse) e Coordinatore dell'International Master in Cultural Diplomacy.

Oltre alle attività accademiche, si occupa di Coordinamento Media e Marketing per Alchemilla Cooperativa Sociale  in relazione al progetto "Artoo. L'arte raccontata dai bambini", una start up innovativa che propone un modo nuovo di avvicinarsi all’arte, promuovendo l'autoralità e il protagonismo culturale dei bambini anche in età prescolare.

Nel tempo libero cucina, legge e appena può scappa tra i monti.

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