Slow Interview #1: Galleria Ricci Oddi, un museo dove il tempo si ferma
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Slow Interview #1: Galleria Ricci Oddi, un museo dove il tempo si ferma
30/10/2023

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Diamo avvio alle Slow Interview, una serie di paper-intervista ai referenti delle Nomination di #SBF2023, realizzati con la collaborazione dei membri della nostra Giuria Under30: il primo episodio riguarda la Galleria Ricci Oddi, nominata nella categoria Slow Place.

Diamo avvio con questo paper alle Slow Interview, una serie di paper realizzati con la collaborazione dei brillanti studenti che hanno preso parte alla Giuria Under30 della Sesta Edizione dello Slow Brand Festival, l’evento dedicato alle dinamiche Slow ideato dal nostro Direttore Patrizia Musso e dalla Redazione di Brandforum.it. I membri della Giuria di #SBF2023 hanno infatti “adottato” alcune Nomination dell’edizione di quest’anno, intervistando i referenti e approfondendo le tematiche #Slow che hanno reso e rendono il caso saliente nell’ottica Slow Brand.

La prima Slow Interview che vi proponiamo riguarda la Galleria di Arte Moderna Ricci Oddi, nominata per la categoria Slow Place dello Slow Brand Festival 2023, ed è stato realizzato grazie alla collaborazione di Federica Gibellini.

Immagine 1 – Interno della Galleria Ricci Oddi (Fonte: link).

La Galleria incarna infatti le caratteristiche dello spazio slow, un luogo in cui il tempo si ferma e si dilata coinvolgendo i visitatori.

Il fondatore, Giuseppe Ricci Oddi, decise di inaugurare la galleria nel 1931 facendo confluire le opere della propria collezione privata in un luogo destinato al pubblico, uno spazio voluto fortemente dall’uomo che ha portato avanti l’obiettivo di trovare un adeguato collocamento ai capolavori mescolando la nuova architettura con quella già presente dell’ex convento di S. Siro.

Le prime opere furono acquistate nel 1898, per uso esclusivamente privato inizialmente, ed erano firmate dagli artisti Filippini e Previati, ma la sua raccolta si ampliò notevolmente negli anni successivi e gli acquisti non si arrestarono nemmeno con l’avvento della guerra. I temi prediletti erano il paesaggio e la ritrattistica, quest’ultima preferibilmente degli scapigliati e dei divisionisti.

In principio Giuseppe Ricci Oddi custodiva gelosamente le sue opere nella sua abitazione, ma ben presto capì che la collezione avrebbe potuto essere ammirata, non solo agli appassionati e dagli altri artisti, ma anche ai visitatori della città.

Ad oggi la galleria ospita capolavori dell’arte moderna, databili tra il 1830 e il 1930, come “Ritratto di signora” di Klimt o “Ecce puer” di Medardo Rosso.

Immagine 2 – Ritratto di Signora, Gustav Klimt (Fonte: link).

Dalle parole della direttrice Lucia Pini  raccolte grazie a questa Slow Interview “l’obiettivo principale è permettere al pubblico di ritornare ogni volta che lo desidera”, in questo ha contribuito l’iniziativa dei musei piacentini che ha creato un abbonamento che permette l’accesso illimitato alle realtà museali per un anno, previo acquisto della card.

La galleria non è uno spazio preso d’assalto dai visitatori e per questo, in ottica del breve periodo della visita, si ha tempo per visitarla al meglio e in tranquillità, senza avere la fretta che incutono i grandi musei con tempistiche limitate per la visione delle opere.

Il digital ha permeato anche il mondo dell’arte grazie alla presenza di InstaGROm, un’iniziativa che permette la visione di filmati, accessibili tramite QR code, riguardanti una trentina di lavori presenti in loco.

I video di 60 secondi aiutano a dilatare ancora di più il tempo di visita approfondendo le caratteristiche delle opere più rappresentative direttamente dal proprio smartphone.

La Galleria offre attività dedicate ai visitatori di tutte le età, i quali possono immergersi nel mondo artistico sotto ogni punto di vista. Inoltre, lo spazio si sviluppa su un unico piano permettendo l’accesso e la visita a tutti e rendendo l’ambiente del tutto inclusivo e accessibile.

Immagine 3 – Esterno della Galleria Ricci Oddi (Fonte: link).

Per concludere, come emerge in questa Slow Interview, il museo è un vero e proprio slow place, in quanto si impegna a promuovere l’estensione delle tempistiche di visita sia nel lungo che nel breve periodo. 

Nel primo caso la card per gli accessi illimitati permette ai visitatori di recarsi ogni qualvolta lo desiderino, nel secondo, invece, durante la visita il tempo di permanenza aumenta grazie alle iniziative messe in atto dalla stessa galleria per coinvolgere il proprio pubblico.

Vi aspettiamo per i prossimi appuntamenti con le Slow Interview Stay tuned!

Si ringrazia Federica Gibellini per aver contribuito alla realizzazione e alla stesura di questo paper.

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